15.09.2020

Piano «Signal», le grandi rivali. Credit Suisse e Ubs pensano di fondersi

  • Il Corriere della Sera

Il progetto, si dice, era nel cassetto da anni. Ma ieri il matrimonio tra Credit Suisse e Ubs è diventato più che un rumor. Secondo il sito di Zurigo «Inside Paradeplatz», Axel Weber, il presidente tedesco di Ubs, starebbe lavorando insieme con il numero uno del Credit Suisse, Urs Rohner, per dar vita a un colosso del credito. Il piano si chiama «Signal». Weber avrebbe costituito un gruppo di lavoro per preparare la fusione e, anticipa il blog di notizie finanziarie svizzere, avrebbe già parlato con il ministro delle finanze elvetico, Ueli Maurer, e con la Finma, la Consob svizzera, per il via libera. La fusione, che dovrebbe essere concordata all’inizio del 2021 e finalizzata entro la fine dell’anno, darebbe vita a un nuovo gigante finanziario, con capitalizzazione di circa 70 miliardi di franchi svizzeri, pari a circa 65 miliardi di euro (la somma dei quasi 43 miliardi di capitalizzazione di Ubs e dei 24 miliardi di Credit Suisse). Il gruppo sarebbe presieduto da Weber, mentre al Credit Suisse spetterebbe la scelta del Ceo. A pagare il prezzo più alto sarebbero i dipendenti. Secondo il sito svizzero, sarebbero a rischio tra il 10 e il 20% del personale, circa 15 mila posti di lavoro. Mentre ci guadagnerebbero gli azionisti, che puniti dagli attuali corsi azionari delle due banche in Borsa, ieri hanno scommesso sulle nozze, spingendo il Credit Suisse in rialzo del 4,3% e Ibs del 2,5%. I due istituti non commentano. Insieme alla fusione, Weber dovrà studiare anche le carte del processo avviato da Andrea Orcel, ex capo dell’investment banking di Ubs, contro il Santander. Il gruppo spagnolo, guidato da Ana Botin, è accusato dal banchiere italiano di aver rotto il contratto per il suo passaggio da Zurigo a Madrid come Ceo. Orcel ha chiesto 112 milioni di danni e chiamato sia Weber che Botin a testimoniare. Ieri nell’udienza preliminare il tribunale ha deciso che il processo civile comincerà il 10 marzo.