La Guardia di finanza sta per acquisire la lista degli 800 italiani presenti nei Panama papers, mentre l’Agenzia delle entrate ha avviato le verifiche delle istanze presentate da Panama per la voluntary disclosure, la procedura di riemersione dei capitali.
A dichiararlo è Enrico Zanetti, viceministro dell’economia rispondendo in commissione finanze della camera in risposta a un’interrogazione di Pietro Laffranco (Fi-Pdl).
I Panama papers sono i documenti che provano la presenza di migliaia di società offshore, fondazioni e persone fisiche presenti a Panama. Queste realtà sono assistite dallo studio legale Mossack Fonseca e i file trafugati da un hacker e recapitati a giornalisti tedeschi provano il drenaggio di flussi finanziari tra il 1975 al 2015 dalle amministrazioni finanziarie competenti.
Zanetti evidenzia che il comando generale della Guardia di finanza «rileva altresì che tra i nominativi dei soggetti ricompresi negli elenchi diffusi dagli organi di informazione compaiono alcune persone fisiche già emerse nell’ambito di diverse attività operative e di controllo eseguite dalla Guardia di finanza in differenti settori di servizio». Le Fiamme gialle stanno monitorando con i reparti dislocati sul territorio nazionale eventuali iniziative d’indagine autonomamente assunte dalle procure.
Mentre l’Agenzia delle entrate sta, secondo quanto dichiara Zanetti, verificando le istanze presentate per la voluntary disclosure. «I benefici ricollegabili all’emersione», spiega Zanetti, «possono essere riconosciuti solo se l’autodenuncia dei capitali esteri è stata completa».
Cristina Bartelli