21.02.2012

Per chi tratta preziosi antiriciclaggio più severo

  • Il Sole 24 Ore

di Ranieri Ruzzante

Casinò, società, trust, agenti immobiliari, commercianti di preziosi e oro nel mirino del Gruppo di azione finanziaria internazionale (Gafi). Le nuove 40 raccomandazioni del più importante organismo per il contrasto al riciclaggio parlano chiaro.
Sono previste regole più severe sull'identificazione dei titolari effettivi, limitazioni all'utilizzo del contante, tracciabilità, verifiche allargate a settori oggi non obbligati.
Ma andiamo con ordine, partendo da verifiche e registrazioni. Nella nostra legislazione, con la legge 231/2007, si era introdotto per i casinò un obbligo d'identificare chi cambia fiches per un controvalore pari o superiore ai 1.500 euro, ma senza effettuare l'adeguata verifica (modulo da sottoscrivere sotto responsabilità penale del cliente, che indica scopo e natura dell'operazione), né la registrazione nell'archivio antiriciclaggio. La raccomandazione 22 obbliga alla due diligence, con modulistica e registrazione, le case da gioco per transazioni (e quindi cambi di fiches o pagamenti vincite) pari o superiori ai 3mila euro. È vero che si allarga il limite, ma si introducono nuovi presidi di sicurezza.
Stessa cosa si prevede per gli operatori in metalli preziosi e pietre. Il precetto era contenuto nella legge italiana, ma ci si limitava all'adempimento della segnalazione di operazioni sospette. Gli obblighi di registrazione scatteranno, precisa l'organismo dell'Onu, anche quando più transazioni appaiano tra loro collegate. E per i commercianti in oro si parla, non a caso, di transazioni in contanti.
Sotto la lente anche gli agenti immobiliari, a cui si raccomanda di prevedere la registrazione delle transazioni con i dati sia degli acquirenti, sia dei venditori. Ma su questo fronte la nostra normativa dovrebbe essere già in linea.
In tema di titolari effettivi delle società la raccomandazione 24 è strategica per l'implementazione dei controlli sulle cosiddette legal persons, ossia le persone giuridiche, soprattutto di diritto privato, attraverso cui è forte il rischio d'infiltrazione della criminalità organizzata, nonchè l'utilizzo ai fini del finanziamento del terrorismo. Gli Stati dovranno verificare se sono in grado, con le loro norme antiriciclaggio già in vigore, di monitorare le imprese commerciali fin dalla loro costituzione, dopo averle classificate nelle loro tipologie più svariate. In Italia la tipizzazione è abbastanza precisa nel nostro codice civile ed è per questo che la previsione delle srl a capitale ridotto di cui parla l'ultima manovra del Governo sulla semplificazione (si veda il Sole 24 Ore del 28 gennaio scorso) potrebbe indurre a una valutazione negativa del Gafi. Il titolare effettivo di ogni società deve essere conosciuto, e le informazioni su di lui devono essere disponibili in ogni momento. Ma non solo: basilare è la conoscenza della governance societaria, della struttura dei controlli, del management e dei suoi poteri, degli azionisti. Misure analoghe per fondazioni e trust. Per questi ultimi, in particolare, sia il conferente, sia il gestore dei beni, oltre che i beneficiari, dovranno essere noti. Addirittura i consulenti e gli organi di governo societario, a vario titolo intervenienti nel trust, dovranno fornire i loro dati.
Per quanto concerne la cooperazione internazionale arriva un richiamo alla collaborazione nella lotta al riciclaggio. Sempre la raccomandazione 24 invita gli Stati a costruire rapidamente un efficace sistema di collaborazione soprattutto sulle informazioni riferite ai titolari effettivi e agli assetti proprietari di società ed enti. La cooperazione si attua facilitando l'accesso alle informazioni, scambiando dati sugli azionisti, ottenendone sui titolari effettivi di società straniere.
Sul fronte, infine, dei reati fiscali, a confisca dei proventi e beni riciclati deve essere sempre possibile, senza pregiudicare i diritti dei terzi in buona fede. Essa deve riguardare sia le proprietà, sia gli strumenti utilizzati per commettere i reati, nonché i beni equivalenti (la confisca per equivalente è prevista già in Italia). I reati fiscali sia in materia di imposte dirette, sia indirette sono a tutti gli effetti presupposto di riciclaggio.