Sul piano operativo al momento le opzioni possibili sono due: un anticipo dell’assestamento di bilancio a giugno con il contemporaneo varo di un decreto sul rimborso degli arretrati; in caso contrario l’Esecutivo ricorrerebbe a un provvedimento urgente in chiave sospensiva da varare al più tardi all’inizio del prossimo mese subito dopo la tornata elettorale. L’assestamento di bilancio diventerebbe in ogni caso il pilastro dell’operazione evitando, come aveva già dichiarato il ministro Padoan, una manovra. La gestione in versione una tantum dell’arretrato, se accolta dalla Ue, consentirebbe al Governo di non avere ricadute sul deficit strutturale grazie all’utilizzo della clausola di salvaguardia per le circostanze eccezionali. Resterebbe il problema del deficit nominale previsto per quest’anno al 2,6% del Pil e che inevitabilmente crescerebbe. Ma con un dimezzamento (o forse più) del flusso di rimborsi da restituire (non più di 4-4,5 miliardi lordi anziché gli 8,7 previsti per il biennio 2012-2013) il deficit rimarrebbe comunque abbondantemente al di sotto del limite del 3 per cento. È invece stata recisamente esclusa l’ipotesi, circolata nei giorni scorsi, di rimborsare le indicizzazioni perdute utilizzando i BoT.
Per il calcolo del rimborso potrebbe essere utilizzata la griglia prevista dalla legge di stabilità 2014 (Esecutivo Letta) e che parte dal 100% fino a 3 volte il minimo per scendere al 45% oltre le sei volte il minimo ma con un tetto collocato più in alto, e oltre il quale il rimborso non arriverebbe. Ipotesi che fa infuriare le opposizioni, a partire dal leader della Lega, Matteo Salvini, che si dice pronto «da martedì a occupare il Tesoro», contro uno Stato «ladro che ha derubato 6 milioni di persone». La linea del tetto ai rimborsi trova invece più di un consenso all’interno della maggioranza. Insiste a sostenerla il sottosegretario Enrico Zanetti, che ribadisce come «il rimborso a tutti sarebbe una follia». E propone, a sua volta, una soglia di 5mila euro giocando sul deficit per reperire le risorse.
I meccanismi di distinzione per fasce di reddito potrebbero essere diversi. Così come i criteri di calcolo del rimborso nei casi di pensionati oltre certe soglie che siano beneficiari di più prestazioni. In questo caso potrebbero scattare perequazioni più leggere. Sulle indicizzazioni future, sapendo che il sistema di calcolo attuale scade a fine 2016, le decisioni verranno prese con la legge di stabilità. Per il Governo c’è comunque un punto fermo: la soluzione dovrà essere equa e sostenibile.