16.05.2016

Patent box, pratiche più veloci per le piccole e medie imprese

  • Italia Oggi

Il patent box mette il turbo grazie alla decentralizzazione delle istruttorie. Con il passaggio di competenze sul ruling a livello regionale, le pmi e le grandi imprese con fatturato sotto i 300 milioni di euro potranno arrivare alla definizione della pratica in tempi più veloci. Le imprese devono quindi iniziare a fare valutazioni che, forse, pensavano di poter rimandare. È abbastanza evidente come le 4.500 domande presentate, che inizialmente sembravano un numero molto alto, destino ora minore preoccupazione alla luce delle 250 persone appena formate sul tema dall’Agenzia delle entrate. Le nuove forze, spalmate sul territorio, portano il rapporto a un livello che un funzionario può ben gestire: circa 20 istanze di ruling cadauno. Una volta inviate le integrazioni, entro il corrente mese di maggio, trascorreranno i 30 giorni di tempo entro cui le imprese sapranno se la propria istanza è stata accettata oppure rigettata. Successivamente, le imprese con istanze accettate saranno chiamate velocemente per avviare il procedimento di ruling, nella maggior parte dei casi direttamente presso le Direzioni regionali dell’Agenzia delle entrate. Questa novità apre a situazioni distinte, in particolare tra coloro che hanno inviato istanza di ruling nella piena consapevolezza dei propri obiettivi, tra coloro che l’hanno inviata rimandando le valutazioni effettive al momento in cui l’agevolazione fosse stata più chiara e coloro che hanno inviato l’istanza relativa ai marchi, temendo che in base al progetto Beps sarebbero stati presto stralciati dal patent box.

 

La fase attuale: integrazione entro 150 giorni dall’istanza di ruling. L’accesso alla procedura di ruling, per le imprese che stanno integrando attualmente, è avvenuto mediante la presentazione all’ufficio Accordi preventivi del Settore internazionale della Direzione centrale accertamento dell’Agenzia delle entrate di un’istanza di ruling, da inoltrarsi indifferentemente a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento, ovvero consegnare direttamente all’ufficio. L’istanza aveva un contenuto minimo essenziale, costituito sia da informazioni di carattere anagrafico, che da alcune informazioni volte ad identificare genericamente, per tipologia, i beni immateriali dai quali scaturisce il reddito da agevolare, l’eventuale vincolo di complementarietà esistente e la ricerca e sviluppo effettuata. L’istanza, inoltre, doveva essere firmata dal legale rappresentante o da altra persona munita dei poteri di rappresentanza. A corredo dell’istanza, entro 150 giorni dalla data della sua presentazione, l’impresa è chiamata a produrre la documentazione integrativa di supporto ed eventuali memorie integrative, il cui contenuto varia a seconda della tipologia di istanza. La carenza dei predetti elementi essenziali, a seguito di invio delle integrazioni, potrà determinare il rigetto dell’istanza, di cui l’impresa sarà eventualmente informata dall’ufficio entro la fine di giugno 2016.

Le tre alternative a disposizione delle imprese. Le imprese che hanno presentato istanza nel 2015 si trovano di fronte alla scelta di:

– integrare l’istanza entro i termini previsti,

– abbandonare definitivamente l’istanza di ruling e il patent box in generale;

– lasciar cadere l’istanza del 2015, al fine di presentarne una nuova.

Come procedere per integrare l’istanza. In caso di prosecuzione dell’istanza, i richiedenti devono presentare i documenti integrativi idonei a fornire una rappresentazione analitica dei beni immateriali, dal cui utilizzo diretto o indiretto deriva la quota di reddito di impresa agevolabile, del vincolo di complementarietà, qualora esistente tra tali beni immateriali, e della ricerca e sviluppo effettuata.

La documentazione integrativa deve contenere, altresì, l’illustrazione chiara e dettagliata dei metodi e dei criteri di calcolo:

a) del contributo economico alla produzione del reddito d’impresa, o della perdita, derivante dall’utilizzo diretto dei beni immateriali,

b) del reddito d’impresa, o della perdita, derivante dalla concessione in uso dei beni immateriali, o

c) della plusvalenza derivante dalla cessione dei beni immateriali, e le ragioni per le quali tali metodi e criteri sono stati selezionati.

Con riferimento alle modalità di accesso alla procedura di ruling per le pmi, nel caso di utilizzo diretto del bene immateriale, fermo restando l’obbligo per il contribuente di fornire le informazioni essenziali richieste dall’istanza di ruling, è prevista una semplificazione in termini di contenuto delle memorie e della documentazione di supporto da presentare entro 150 giorni dalla data dell’istanza.

In tali casi, infatti, non è obbligatorio per l’impresa illustrare i metodi e i criteri di calcolo del contributo economico alla produzione del reddito d’impresa o della perdita, dei beni immateriali e le ragioni per cui tali metodi e criteri sono stati selezionati.

Questi ultimi potranno essere definiti in contraddittorio con l’ufficio nel corso della procedura di accordo preventivo.

Dove inviare le integrazioni e le nuove domande. Le imprese, a seguito del provvedimento dell’Agenzia delle entrate del 6 Maggio scorso, devono inviare le istanze e le integrazioni alle Direzioni regionali della stessa Agenzia o alle Direzioni provinciali di Trento e di Bolzano ove hanno il domicilio fiscale.

La novità riguarda tutte le imprese che hanno un volume d’affari, ovvero un ammontare di ricavi, risultante dall’ultima dichiarazione presentata prima dell’invio dell’istanza, inferiore a 300 milioni di euro.

In caso contrario, rimangono valide le indicazioni del Provvedimento del 1° dicembre 2015, il quale rimandava direttamente agli uffici di Milano o Roma.

Roberto Lenzi