La ripresa è ormai consolidata: l’obiettivo di +0,7% del Pil di fatto raggiunto e dal 2016 il debito «comincerà a scendere». Ma il Paese viaggia a due velocità. Da qui la necessità di affrontare «seriamente» la «divergenza storica» tra Nord e Sud, spiega Padoan in mattinata alla Cnbc : «C’è un’enfasi specifica per gli investimenti pubblici in infrastrutture per il Sud di cui c’è un grande bisogno. E possibilmente, su misure di sgravio fiscale per il Sud, a patto che siano coerenti con le regole Ue».
L’interlocuzione con Bruxelles è fondamentale: non si può rischiare che le misure allo studio, come per esempio gli ipotizzati interventi sull’Ires, vengano bocciati in corso d’opera come «aiuti di Stato». Già un tassello fondamentale per la ripresa come la bad bank si è scontrata con le regole Ue, venendo accantonata. Ora Padoan è «alle battute finali» con Bruxelles su una misura differente: un sistema statale di garanzie indirette per far ripartire il mercato dei crediti deteriorati. «L’esperienza ci dice che dopo una crisi ne esce rapidamente chi mette a posto prima il sistema finanziario», sostiene Padoan che ricorda gli interventi pubblici a favore degli istituti di Germania, Usa e Spagna, la quale ha utilizzato fondi europei e fatto ricorso al deficit, due strade però che l’Italia non può battere: «Forse ce ne si è accorti troppo tardi, bisognava fare qualcosa prima».
Per il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, «l’impresa è stata considerata troppo spesso il luogo dello sfruttamento, così abbiamo contratti nei quali non è mai considerato il rapporto tra il lavoratore e l’opera del suo lavoro». Mentre il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, vuole sviluppare nelle scuole «l’educazione all’auto-imprenditorialità per diffondere il principio della responsabilità individuale delle scelte ».