Nella città, Milano, e nella regione, la Lombardia, con il maggior numero di multinazionali e con la più alta produttività d’Italia, come sottolineano i dati Istat, i prossimi obiettivi sono l’aggiudicazione delle Olimpiadi invernali 2026 (insieme al Veneto e a Cortina) e il trasferimento del tribunale dei brevetti. Due sfide che si giocano prossimamente e per nulla scontate, di cui hanno parlato ieri il sindaco di Milano Giuseppe Sala e il governatore della Lombardia Attilio Fontana, durante la giornata milanese dedicata all’innovazione e alle eccellenze del territorio – prima tappa del ciclo di appuntamenti di Innovation Days, organizzata dal Gruppo 24 Ore.
Lunedì pomeriggio a Losanna ci sarà la scelta da parte del Cio, il comitato olimpico internazionale, che stabilirà quale tra le due candidate vincerà i giochi invernali del ’26: Milano-Cortina o Stoccolma-Aare. Il dossier milanese, dal punto di vista tecnico, è già stato giudicato migliore dai tecnici sportivi, ma la decisione subirà influenze di altro tipo, dalle alleanze politiche alle relazioni fra membri dei paesi. C’è ancora incertezza.
Sala ha rilanciato poi il suo tema politico dal palco del Sole 24 Ore: il modello Milano. «Vanno avanti le città che crescono, non solo quelle belle, ma quelle che accettano la sfida. La politica oggi ha delle responsabilità. Oggi parliamo di persone che tornano, o che non vogliono andarsene dai partiti, o che intendono fare correnti. Ci stiamo facendo scappare la questione fondamentale, cavalcare il cambiamento. Ci sono per esempio il tema ecologico e l’economia digitale».
Il governatore Fontana ha parlato del tribunale dei brevetti. «Non credo che ci siano altre città d’Italia candidate ad ospitare il Tribunale unificato dei brevetti. Venerdì prossimo faremo l’incontro con il presidente della Corte d’Appello di Milano, Marina Tavassi, il sindaco Giuseppe Sala e il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi per portare avanti questo discorso». Milano, in realtà, già è pronta a ospitare una sede “locale” della futura Corte che avrà tre sedi principali: Parigi, Monaco di Baviera e Londra. Ma la città punta a sostituire Londra, dato che, con la Brexit, sembra paradossale che la City possa ospitare un tribunale che applica il diritto comunitario.
Un percorso, tuttavia, non facile. Perchè il Tribunale non rientra nell’architettura istituzionale Ue, ma è frutto di un accordo intergovernativo tra 25 Stati membri. Di conseguenza, il futuro della sezione di Londra richiede una revisione dell’accordo stesso, all’unanimità.
Il governatore Fontana rilancia inoltre sull’autonomia regionale, questione dibattuta all’interno dell’attuale maggioranza di governo: «farebbe bene non solo alla Lombardia ma anche ad altre parti d’Italia».
Il primato di Milano e Lombardia
Alcuni numeri Istat lo spiegano. Quasi 200 miliardi è il valore aggiunto della Lombardia, che ha il primato nella classifica regionale anche per la produttività del lavoro. La metà del valore aggiunto nazionale è realizzata nei sistemi locali del lavoro urbani (50,1%).
Il Comune di Milano è primo per valore aggiunto. Le multinazionali estere generano quasi il 15% del valore aggiunto nazionale. Il 54% del valore aggiunto a controllo estero è realizzato in Lombardia e Lazio.
La Lombardia ha un peso notevole in molti comparti nazionali, soprattutto in quelli più innovativi, oltre alla manifattura tradizionale. E in questo contesto, le strutture burocratiche e istituzionali costano meno ai cittadini (mille euro in meno pro capite rispetto al resto d’Italia, secondo quanto riportato dalla Ragioneria di Stato). L’attitudine alla produttività è stata sottolineata anche dal direttore del Sole 24 Ore, Fabio Tamburini, che ha introdotto i lavori di Innovation Days, insieme all’ad del Gruppo 24 ore, Giuseppe Cerbone, che ha parlato di eccellenze del territorio.
Meno uffici e più trasparenza
Lo dicono i numeri, ancora una volta. Le multinazionali preferiscono Milano. Qui hanno trovato sede 4.224 aziende internazionali. E il trend non si ferma, visto che le società greenfield, cioè appena nate, che hanno scelto il capoluogo lombardo sono 414, su 1330 in Italia. Milano è prima in Europa anche per investimenti immobiliari (13 miliardi).
Molte le testimonianze. Monica Poggio, ad dell’azienda farmaceutica Bayer, parla della convinzione degli stessi dipendenti «di contribuire alla ricerca». Silvia Candiani, ad di Microsoft, racconta che non ha un ufficio tutto suo, ma gira in ufficio, «per favorire la collaborazione. Le aziende ospiti hanno la priorità, gli spazi sono tenuti più liberi per loro». Ed è lei a sottolineare un dato preoccupante per il paese: il comparto informatico fa fatica a trovare addetti con competenze. L’Ict ha 150mila posti vacanti. Fabio Benasso, ad e presidente di Accentuare Italia, sottolinea che Milano ha «qualità alta di capitale umano, con il suo sistema formativo».
Infine Barbara Lunghi, responsabile dei mercati primari di Borsa Italiana, ha ricordato che «avere la Borsa a Milano è un’opportunità. Il 43% della Borsa è lombardo e sono 130 le aziende quotate di Milano e provincia. Aspettiamo che giugno e luglio siano mesi effervescenti per le quotazioni».
Sara Monaci