Una task force per battere le frodi comunitarie. Siglato ieri, presso il Comando generale della Guardia di finanza, il protocollo d’intesa per la collaborazione tecnico-operativa tra le Fiamme gialle e l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf). L’accordo rinnova la collaborazione iniziata nell’ottobre del 1996 aggiornando gli strumenti di cooperazione internazionale e adeguandoli alle più recenti tipologie di frodi comunitarie.
Il nuovo protocollo tecnico d’intesa disciplina in particolare: la cooperazione, insieme con la Commissione europea, nella lotta alle frodi, alla corruzione e a ogni altra attività illecita; le misure di prevenzione e repressione di irregolarità del personale che opera negli organi e istituzioni dell’Ue; lo scambio di funzionari e l’organizzazione di attività addestrative comuni; lo scambio di informazioni, anche strategiche e le modalità di assistenza operativa e tecnica. In virtù dei citati accordi, i funzionari europei possono effettuare controlli e verifiche anche presso gli stati membri. In Italia tali attività sono svolte unitamente al personale della Guardia di finanza.
Un esempio dei risultati della lotta antifrode integrata tra la Gdf e l’Olaf è costituito dalla recente operazione Cocoon, che ha riguardato una truffa finalizzata all’indebita percezione di fondi mediante 22 progetti per la ricerca, finanziati dall’Ue, da parte di persone e società , alcune del tutto fittizie, localizzate in Inghilterra, Francia, Grecia, Austria, Svezia, Slovenia e Polonia. Il sistema fraudolento era imperniato su massicce e sistematiche falsificazioni dei budget ammessi al finanziamento, che documentavano spese mai sostenute, in qualche caso addirittura riferite alla collaborazione di ricercatori inesistenti o del tutto ignari. L’indagine ha consentito il recupero di 53 mln di euro, grazie al sequestro di numerosi conti correnti e immobili in cui l’organizzazione criminale aveva fatto confluire i proventi della truffa.
Le Fiamme Gialle, nel solo anno 2011, hanno scoperto 1.400 casi di frode comunitaria e recuperato 252 milioni di euro. Dal 1999, le violazioni scoperte sono oltre 13.500, con finanziamenti comunitari indebitamente richiesti o percepiti superiori a 4,3 miliardi di euro.