Accelerare il risanamento dei bilanci delle banche italiane e ridurre in modo «realistico e tempestivo» il problema dei crediti deteriorati: la richiesta è arrivata dal Fondo monetario internazionale nel rapporto conclusivo al termine della missione in Italia. L’organismo chiede strategie «ambiziose e credibili» di riduzione degli npl che mettono a rischio gli istituti di credito.
In particolare, alle banche con una debole capacità interna dovrebbe essere richiesto di intraprendere le azioni necessarie, come ingaggiare società specializzate. L’istituto di Washington rileva, inoltre, come i progressi nell’accelerare le procedure d’insolvenza delle imprese «siano stati limitati» e ritiene necessario continuare a compiere «passi ambiziosi» sul fronte della ristrutturazione aziendale.
Intanto il Fondo prevede il consolidamento di un sistema bancario frammentato, che può contribuire ad aumentare l’efficienza. «Tre nuovi gruppi bancari dovranno emergere entro la fine del 2018 dal consolidamento di oltre 300 banche cooperative. Le autorità di vigilanza dovrebbero garantire che questi gruppi inizino con bilanci in ordine, siano ben governati e siano redditizi nel lungo periodo. Ciò comporta l’attuazione di una revisione della qualità dell’attivo dei gruppi emergenti e la garanzia di strutture robuste di governance e di gestione dei rischi».
Sul fronte delle banche venete, dice il Fmi, «la ricapitalizzazione veloce o l’uso tempestivo ed efficace del quadro di risoluzione sono essenziali per evitare che le debolezze restino troppo a lungo, scoraggino il resto del sistema e minaccino la stabilità del sistema italiano. Laddove è necessaria la ripartizione degli oneri o il bail-in bisogna prevedere una protezione per le famiglie vulnerabili». Non solo: «Tutti i casi di misselling dovrebbero essere affrontati dalle autorità di regolamentazione e di vigilanza e dalle banche». Il Fondi rileva che trovare soluzioni tempestive e a basso costo per le banche problematiche si è dimostrato difficile, anche a causa delle «complesse sfide di coordinamento tra le autorità, sia a livello nazionale sia a livello comunitario, e delle preoccupazioni per la risoluzione delle banche». Occorre anche lavorare sulle lacune legislative nell’attuazione dell’Unione europea e su regole adeguate per la gestione delle banche.