06.04.2016

Npl e aumenti, due veicoli privati per «stabilizzare» il sistema del credito

  • Il Sole 24 Ore

Il capitale, le sofferenze. Due facce della stessa medaglia, che però richiedono due interventi distinti. E così dal tavolo tecnico-politico di ieri potrebbe prendere forma un doppio veicolo, chiamato a intervenire – con tempi e modalità differenti – su quelli che sono considerati da più parti, e soprattutto dal mercato, i due punti deboli del sistema bancario italiano. Meglio:?della parte più debole, che però rischia di contagiare anche quella più sana, come dimostra l’ondata più o meno indiscriminata di vendite che riguarda i titoli bancari da Pasqua in avanti.
Ufficialmente ieri si è trattato di una riunione tecnica. Che faceva seguito a un altro meeting ristretto che si sarebbe tenuto a marzo (presenti, anche se non confermati, Renzi, Padoan, Messina e Ghizzoni) e cui ne seguiranno altri. Ma il tempo stringe e così ieri, secondo quanto ricostruito da Il Sole 24 Ore, si sarebbe iniziato a finalizzare il lavoro preparatorio svolto nelle settimane scorse dal Mef, da Cdp e da alcuni advisor (circolano i nomi di Citi e Goldman Sachs), con l’obiettivo di entrare quasi immediatamente nella fase operativa. Magari già la prossima settimana, quando entrerà nel vivo uno dei dossier considerati più delicati, cioè l’aumento di Popolare di Vicenza. La rapidità è indispensabile anche per evitare di lasciare i titoli del settore – già sufficientemente provati – ancora sulla graticola.
Un passo indietro. In comune, i due veicoli dovrebbero avere anzitutto la natura privatistica. Un intervento pubblico sarebbe considerato impercorribile sia politicamente (siamo in vigilia di elezioni) che formalmente, vista l’intransigenza della Commissione europea quando aleggia l’aiuto di Stato. Di qui l’obiettivo di coinvolgere le banche, le Fondazioni (ieri c’era il presidente Acri, Giuseppe Guzzetti), la Cdp eventualmente per una quota di minoranza e forse gli altri – pochi – portatori sani di capitale in Italia: casse previdenziali, assicurazioni, fondi. Probabile che ognuno decida di investire dove ritiene, anche se entrambi i veicoli si proporranno come finanziariamente sostenibili.
Da una parte, ci sarà lo strumento che si occuperà di garantire gli aumenti di capitale delle banche, permettendo così il raggiungimento dei ratio patrimoniali imposti dalla Bce. Dall’altra dovrebbe agire un fondo che acquisterà crediti deteriorati e si finanzierà sul mercato emettendo Abs, avvalendosi della garanzia pubblica per le tranche senior. Separatamente, i due soggetti agiranno secondo uno schema non molto diverso da quello proposto da Apollo per Carige: acquisto a prezzi bassi degli Npl, gestione proattiva con l’obiettivo di ottenere recuperi soddisfacenti e finanziamento con risorse fresche del gap di capitale che si viene a creare alla cessione delle sofferenze a valori inferiori di quelli di carico.
Il veicolo specificamente dedicato alle garanzie sugli aumenti sarà quello che dovrà partire prima. Perché, come accennato, un primo banco di prova sarà la ricapitalizzazione della Popolare di Vicenza: a meno di (ormai improbabili) altolà di Consob, giovedì dovrebbe partire il pre marketing, la forchetta di prezzo per l’aumento sarà comunicata intorno alla metà di aprile, la quotazione in Borsa è attesa per i primi giorni di maggio, ad aumento avvenuto. Se non si raccoglieranno tutti i gli 1,75 miliardi necessari dovrebbe intervenire UniCredit che però medita di tirarsi indietro: di qui, appunto, la probabile necessità di affiancare nel consorzio anche il nuovo veicolo di garanzia.
Il secondo veicolo avrebbe un ruolo di vero e proprio fondo di investimento focalizzato sull’acquisizione di crediti deteriorati, un po’ sulla scia dei grandi fondi internazionali. A fronte dell’esborso per l’acquisizione di Non performing loans, il fondo privato si finanzierebbe sul mercato emettendo Abs. Resta da decidere quale quota debba essere coperta dall’emissione di obbligazioni senior, quale dalla tranche mezzanina e quale dall’equity.
Certo è che l’operazione, avvalendosi anche del contributo delle garanzie pubbliche (Gacs) di recente approvazione, avrebbe il merito di alleggerire le banche in difficoltà di una parte rilevante del fardello dei crediti deteriorati. Da parte loro, i soggetti privati che si impegnano ad acquisire crediti potrebbero beneficiare dell’upside potenziale dei prezzi dei crediti. Non è un caso che diversi fondi di investimento abbiano manifestato interesse per i crediti delle quattro banche regionali salvate. Poichè gli acquisti di crediti deteriorati verrebbero effettuati a prezzo di mercato, peraltro, non ci sarebbe da incappare in alcuna contestazione nel merito da parte di Bruxelles, con cui comunque il canale di dialogo è aperto.

Luca Davi
Marco Ferrando