Per le banche italiane potrebbe rivelarsi una novità di grande impatto. Nelle pieghe del cosiddetto “pacchetto bancario” in via di definizione a Bruxelles – che comprende le nuove direttive e regolamenti sui requisiti prudenziali, le cosiddette Crd e Crr – è stata inserit0 un emendamento (all’articolo 500 Crr) che alleggerisce il peso delle maxi-cessioni di crediti deteriorati sul patrimonio delle banche. La norma, fortemente voluta dall’Abi e da Banca d’Italia, consente di sterilizzare gli impatti negativi delle vendite di Npl sulle serie storiche su cui le banche dotate di modelli interni calcolano la rischiosità dei loro attivi, e accantonano capitale di conseguenza. Il testo prevede che siano considerate valide ai fini delle sterilizzazioni le cessioni successive al 23 novembre 2016 e non successive al 23 novembre 2019. Altra condizione è che l’ammontare cumulato delle esposizioni dismesse dovrà essere superiore al 20% dello stock di partenza di tutte le inadempienze. Di fatto, con questa misura, praticamente tutte le banche italiane dotate di modelli interni che hanno effettuato maxi-vendite di Npl in passato o le effettueranno entro novembre 2019 potranno avere benefici non trascurabili in termini di minori assorbimenti di capitale, e quindi di miglioramenti in termini di Cet 1 ratio. Il dossier, che è seguito in prima persona dall’europarlamentare Roberto Gualtieri, è il punto di arrivo del lungo processo di confronto (il cosiddetto Trilogo) tra Commissione, Consiglio e Parlamento Ue. Ultimo step
per mettere il punto finale è rappresentato dall’Ecofin
previsto lunedì.
Luca Davi