20.12.2011

No di Gm, Saab in fallimento

  • Il Corriere della Sera

di Gabriele Dossena

MILANO — L'avventura della Saab è finita. Lo storico marchio svedese, che da tre quarti di secolo simboleggiava le auto più sportive e all'avanguardia sotto il profilo tecnologico, pare destinato a sopravvivere solo sugli aerei della Saab Aviation.
Dopo essere entrata nell'orbita General Motors (che l'ha rilevata nel 1990), il destino della casa di Trollhättan sembrava già segnato nel dicembre di due anni fa, prima vittima illustre della crisi che nel 2009 ha ribaltato l'intero mondo dell'auto, proprio a cominciare dai grandi colossi americani, General Motors, Ford e Chrysler. Adesso, trascorsi 24 mesi di agonia, con l'alternarsi di nuove gestioni (l'olandese Spyker) e potenziali compratori (i cinesi Zhejiang Youngman Lotus e Pang Da) è scoccata l'ora del fallimento: ieri è stata presentata la richiesta di bancarotta al tribunale svedese di Vänersborg per le tre principali società del gruppo: Saab Automobile Aktiebolag, Saab Automobile Tools e Saab Automobile Powertrain.
A far precipitare la situazione, il rifiuto, da parte della Gm, di chiudere qualsiasi accordo con partner cinesi e trasferire loro i brevetti tecnologici Saab che ancora possiede. Proprio i tentativi fatti finora per vendere Saab ai cinesi erano considerati l'ultima possibilità di salvataggio per il costruttore scandinavo, venduto da Gm a Swan (Swedish Automobile, ex Spyker) per 400 milioni di dollari.
L'ambizioso piano di rilancio di Swan, che si basava sulla nuova berlina 9-5 già sul mercato e sulla nuova berlina compatta Saab 9-3, per tornare in utile già a partire dal 2012, si è rivelato troppo ottimista (nei 20 anni di gestione Gm, Saab ha registrato utili soltanto nel 2001). Lo scorso anno Saab ha venduto 32 mila veicoli, contro un target di 50 mila. Per quest'anno l'obiettivo era di 100 mila unità, ma dal mese di aprile la casa svedese ha fermato la produzione e, a corto di soldi, non ha più pagato i fornitori. I dipendenti, circa 3.700, non ricevono lo stipendio da novembre.
Adesso la parola è passata al tribunale di Vänersborg: «L'obiettivo è gestire la domanda e giungere a una rapida nomina del commissario liquidatore». Ma il carismatico proprietario della Swan, Victor Muller, non demorde: ha dichiarato che «nonostante ci abbia già rimesso 13 milioni di euro» di tasca propria, «ci sono già due o tre» manifestazioni di interesse da potenziali acquirenti.