04.07.2017

Niente più pignoramenti al buio sui c/c

  • Italia Oggi

Niente più pignoramenti al buio sui conti correnti dei contribuenti. La «vecchia» Equitalia, non potendo avere accesso alle consistenze dei rapporti ma solo alla notizia della loro esistenza, procedeva a pignorare tutti i conti detenuti dai debitori, anche con diversi istituti di credito. Circostanza che peraltro causava a cittadini e imprese il disagio di trovarsi tutti i conti bloccati, a prescindere dall’importo del debito e della presenza su un singolo rapporto della somma necessaria per estinguerlo.

Il nuovo soggetto Agenzia delle entrate-Riscossione, invece, con pieno accesso ai dati dell’Archivio rapporti, può avviare l’azione esecutiva in maniera mirata, andando a bloccare i fondi del contribuente nella misura necessaria. E soprattutto solo laddove disponibili (in passato l’80% delle procedure sui conti correnti aveva esito negativo). È questo uno dei più tangibili effetti del passaggio di consegne della riscossione da Equitalia al nuovo ente pubblico economico nato il 1° luglio 2017 (si veda ItaliaOggi di sabato scorso).

L’articolo 3 del decreto legge n. 193/2016 ha infatti fornito agli uffici chiamati a incassare le somme iscritte a ruolo la possibilità di accedere all’anagrafe dei rapporti finanziari. Ossia al «cervellone» del fisco che ospita la consistenza effettiva dei conti correnti, la giacenza media e i codici identificativi delle operazioni che hanno movimentato i rapporti. In precedenza gli agenti della riscossione potevano conoscere unicamente due dati: quale fosse l’intermediario presso cui il rapporto era acceso e di che tipo di rapporto si trattasse (conto corrente, deposito, dossier titoli ecc.).

La problematica era stata censurata anche dalla Corte dei conti, che nella delibera n. 11/2016/G del 24 ottobre 2016 aveva ritenuto «strategica» la piena simbiosi delle diverse banche dati Equitalia-Agenzia entrate-Inps, «sia pure nel bilanciamento con il diritto alla privacy dei debitori».

La modifica normativa ha stabilito che, a partire dal 2017, l’Agenzia delle entrate può avvalersi delle banche dati anche ai fini dell’esercizio delle funzioni relative alla riscossione nazionale, come pure il nuovo soggetto Agenzia entrate-Riscossione. Ciò da un lato dovrebbe consentire pignoramenti più incisivi e dall’altro evitare ai contribuenti di ricevere richieste inutili o comunque non necessarie.

L’altra novità sostanziale introdotta dal decreto fiscale riguarda la possibilità per gli uffici della Riscossione di consultare le banche dati Inps. Una delle problematiche riscontrate in passato riguardava infatti il non tempestivo allineamento tra le risultanze dell’applicativo «Arco», messo a disposizione dall’Agenzia delle entrate, e la reale situazione di lavoro/quiescenza del contribuente. Per questo motivo spesso le istanze di pignoramento dello stipendio o pensione proposte da Equitalia andavano a vuoto, perché magari il dipendente aveva cambiato azienda. Il nuovo ente di riscossione può invece acquisire in tempo reale le informazioni, interrogando direttamente il database dell’istituto previdenziale.

Valerio Stroppa