28.06.2013

Nel 2013 da recuperare 10,2 miliardi

  • Il Sole 24 Ore

L’obiettivo di recupero dell’evasione per il 2013 è di 10,2 miliardi di euro, mentre il numero dei controlli raggiungerà complessivamente quota 1,6 milioni. Sono alcune delle cifre evidenziate nel “Piano dell’Agenzia 2013” reso noto ieri e presentato alle organizzazioni sindacali. Si tratta del primo documento programmatico elaborato dalle Entrate dopo l’incorporazione – dal dicembre 2012 – dell’ex agenzia del Territorio e include perciò anche le verifiche legate alla fiscalità immobiliare.
Rispetto all’anno scorso il target totale della lotta all’evasione aumenta solo di 200 milioni. Se è vero, infatti, che l’amministrazione finanziaria è stata dotata di strumenti giuridici e tecnologici sempre più potenti e incisivi (almeno sulla carta), dal redditometro al nuovo archivio dei rapporti finanziari, è anche vero che si dovranno fare i conti con la perdurante crisi economica e con l’allentamento delle norme sulla riscossione.
D’altro canto, negli ultimi anni gli obiettivi di incasso sono stati costantemente raggiunti e superati. Nel 2011 il target era stato fissato a 8 miliardi e ne furono incassati 12,7, nel 2012 il target di incasso era di 10 miliardi e ne sono stati recuperati 12,5.
Il Piano di attuazione della nuova convenzione 2013-2015, precisa il documento, individua tre linee strategiche: il consolidamento delle entrate derivanti dalla complessiva azione di controllo, la semplificazione degli adempimenti e il miglioramento della qualità del servizio. Quanto al primo obiettivo, l’Agenzia sarà chiamata a «consolidare i risultati qualitativi raggiunti in continuità con le strategie attuate nel 2012 e migliorare l’efficienza delle strutture e l’efficacia dissuasiva dei controlli».
Gli accertamenti ai fini delle imposte dirette, Iva, Irap e imposta di registro a fine anno saranno 370mila (erano 380mila quelli previsti nel Piano 2012), mentre il numero degli accertamenti totale sarà pari a 700mila. Un livello di controlli che dovrebbe restare costante nel 2014 e nel 2015. Nel 2013 le imprese di grandi dimensioni (con volume d’affari o ricavi non inferiore a 100 milioni di euro) sottoposte a tutoraggio (articolo 27, commi 9-11, del Dl 185/2008) saranno 3.200.
Sul versante immobiliare il Piano 2013 prevede 800mila verifiche sul classamento delle unità immobiliari per appurare la regolarità della base imponibile, 115mila verifiche per mancata presentazione di atti di aggiornamento e 14.135 «servizi estimativi per gli accertamenti ai fini dell’imposta di registro e dell’Iva e alle connesse agevolazioni fiscali».
L’agenzia delle Entrate punta inoltre a una più rapida risoluzione delle controversie facendo leva sulla mediazione. La percentuale di istanze esaminate nei termini (entro 90 giorni dalla proposizione), rispetto al numero delle istanze presentate dal 3 ottobre 2012 al 2 ottobre di quest’anno viene fissata al 90 per cento. Percentuale che dovrà salire al 93% nel 2014 e al 95% nel 2015. L’indice di vittoria numerico dovrà passare dal 59% nel 2013 al 60% nel 2014 e nel 2015.
Nel rapporto con i contribuenti si prevedono 1,9 milioni di risposte telefoniche fornite dai call-center e 80mila risposte scritte (sms e web-mail), ma soprattutto dovranno essere effettuati un milione di controlli preventivi di qualità sulle comunicazioni di irregolarità (articoli 36-bis del Dpr 600/73 e 54-bis del Dpr 633/72).
Sul fronte caldo dei rimborsi, l’Agenzia si impegna a istruirne, quest’anno, l’80% fino all’anno d’imposta 2011 per sia per le imposte dirette che per l’Iva (oltre al 30% dell’anno d’imposta 2012 per la stessa Iva). L’anno prossimo invece saranno istruiti l’80% dei rimborsi per le dirette fino all’anno d’imposta 2012 e per i rimborsi Iva l’85% di quelli fino al 2012 e il 35% dell’anno d’imposta 2013.
Il segretario generale del Salfi, il sindacato autonomo dei lavoratori finanziari, Sebastiano Callipo, ha sottolineato come gli obiettivi fissati dall’Agenzia «non fanno che consolidare i pesanti carichi di lavoro già in capo ai singoli lavoratori, alla luce di un trend certamente non crescente di risorse umane, in una condizione di palese lesione del vincolo tra le prestazioni e le retribuzioni, bloccate nella parte fissa e nella parte accessoria da pesantissimi vincoli normativi e interpretativi».