04.11.2014

Mps, soci pronti all’aumento

  • Il Sole 24 Ore

Il comunicato diffuso – su sollecitazione Consob – domenica sera dal Monte dei Paschi, ha raggiunto per lo meno l’obiettivo di arginare il crollo in Borsa: ieri il titolo ha chiuso a +1,48% in una giornata pesante per Milano e ad altissima volatilità per il Monte, più volte sospeso dagli scambi.
L’attenzione, ora, è concetrata sul cda di domani, che esaminerà il pian, ma anche sui principali soci. Che probabilmente non faranno mancare il proprio appoggio all’aumento di capitale richiesto dalla Bcem da Axa a Fondazione Mps, fino a Fintech e Btg Pactual. Per quanto riguarda l’aumento, dovrebbe ammontare ad (almeno) 2,1 miliardi, si terrà verosimilmente nel secondo trimestre 2015 dopo i conti e sarà garantito dallo stesso consorzio che aveva assistito Mps nel maxi aumento di giugno. Un pool di banche guidato da Ubs, Citigroup e composto tra gli altri da Mediobanca, che si sarebbe dichiarato disponibile a coprire l’intero ammontare ponendo però alcune condizioni: tra le altre, potrebbe comparire anche il rimborso dei Monti bond pre-aumento, così come la cessione di alcuni asset già in vetrina da tempo.
Ieri ha parlato del caso senese anche il capo della supervisione Bce Daniele Nouy: intervenendo al Parlamento Ue ha detto che i problemi della banca, che hanno portato alla sua bocciatura agli stress test Bce, sono causati dalla «cattiva gestione». A introdurre un ulteriore elemento d’incertezza, un comunicato diffuso ieri sera dalla holding di investimenti e partecipazioni con base a Hong Kong Nit Holdings Limited, in passato attratta dal dossier della Popolare di Spoleto, in cui si dava conto di un’offerta da 10 miliardi di euro «per la ristrutturazione completa del capitale di Banca Monte dei Paschi di Siena». Rocca Salimbeni, contattata da Il Sole 24 Ore, ha fatto però sapere di non aver per ora ricevuto nulla.