14.01.2021

Mps tra risiko e paletti della Fondazione

  • Il Sole 24 Ore

Mentre Mps, tramite l’advisor Credit Suisse, si appresta a sondare l’interesse di alcune banche (tra cui BancoBpm, Bper, Credit Agricole Italia e Bnl Bnp) a un’eventuale aggregazione, la Fondazione Mps chiarisce di non voler realizzare operazioni “nostalgia” con l’acquisto di partecipazioni significative in banca, anche se non chiude definitivamente la porta all’eventualità. Il presidente dell’ente di palazzo Sansedoni, Carlo Rossi, parlando davanti al Consiglio comunale di Siena dedicato al futuro della banca ha affermato che «i documenti programmatici oggi lo vietano ma potrebbero essere modificati solo se ci fossero due condizioni concomitanti: una chiara e evidente situazione di interesse del territorio e, la seconda, un ovvia redditività dell’investimento perché non c’è spazio per fare dei tentativi». Oggi la Fondazione Mps ha lo 0,03% del capitale di Mps ma ha in essere un contenzioso con una maxi-richiesta danni da 3,8 miliardi che pesa come un macigno sul futuro della banca. Da registrare che maggioranza di centrodestra e opposizione non hanno trovato un accordo su un documento politico unanime sul futuro di Mps. Sempre ieri intanto la banca ha precisato dopo indiscrezioni di stampa che il piano deliberato dal cda è «allo stato non definitivo, in quanto è stato approvato sul presupposto di determinati assunti, quale tra gli altri, in primo luogo, il necessario confronto con DG-Comp nonché, nella propria articolazione, è stato redatto anche tenendo conto della realizzabilità di un’operazione strutturale». L’istruttoria di DG-Comp, prosegue la nota, «richiede l’interlocuzione dello Stato italiano e culminerà in un provvedimento autorizzativo, ha indotto la Banca a fornire un limitato grado di dettaglio in merito ai contenuti di un piano tutt’ora soggetto a revisione. Parimenti, l’evoluzione dello scenario aggregativo sottende tempi e modalità attualmente