23.11.2017

Mps, restano Morelli e Falciai Il cda fa posto alle Generali

  • La Repubblica

Il Tesoro banchiere a Siena sceglie di non cambiare i vertici, né mezzo cda che va rinnovato dall’assemblea il 18 dicembre. Dopo settimane di consultazioni con governo e maggioranza, e qualche tentativo nel centrosinistra di alzare il tasso politico e istituzionale nelle poltrone della banca dove il socio pubblico s ormai al 68%, in extremis sono stati confermati il presidente Alessandro Falciai, l’amministratore delegato Marco Morelli e quattro consiglieri uscenti: il dirigente del Tesoro Antonino Turicchi e le tre “ indipendenti” Maria Elena Cappello, Stefania Bariatti, Fiorella Kostoris. Nomi nuovi nella lista di maggioranza sono poi Salvatore Fernando Piazzolla, Nicola Maione, Roberto Lancellotti, Giuseppina Capaldo, Angelo Riccaboni, Michele Santoro.
La ricerca di equilibri di genere e competenze ha fatto sì che — contro agli auspici del cda uscente di mantenere a 13 i membri — i prossimi consiglieri saranno 15. Oltre ai 12 del Tesoro ne mette tre Generali, secondo azionista con il 4% di Mps derivante dalla conversione forzosa di bond subordinati: il docente di finanza Marco Giorgino, il gestore di Principia Sgr Stefania Petruccioli e l’ex dirigente Rcs Giorgio Valerio. I tre emissari di Trieste in cda potranno “vedere” i rapporti tra Mps e la rivale francese Axa, che ha un rapporto decennale di bancassicurazione con Siena e tra un mese uscirà dal consiglio, come pure i rappresentanti dei tre vecchi soci forti Fondazione Mps, Btp e Fintech. Il nome più in bilico s stato quello di Falciai, imprenditore livornese di successo nel settore delle antenne tv e che nel 2015 era salito oltre il 2% di Mps sperando nella sua ristrutturazione. Invece avrebbe perso quasi tutti i circa 200 milioni investiti, se non avesse stipulato un contratto di copertura con Citibank, che scade nell’aprile 2019 e sposta sulla banca d’affari i quattro quinti della perdita. Meno fortunata la sua esperienza nei cantieri navali con Mondomarine, a Savona e a Pisa, che negli ultimi giorni qualcuno nei palazzi del governo ha cavalcato sperando in una sua sostituzione. I due marchi nautici hanno da poco chiesto il concordato per garantire la continuità occupazionale e il rimborso dei debiti di 15- 20 milioni, tra cui finanziamento da 2 milioni con Mps precedente all’ingresso in cda di Falciai. Il cda senese s aggiornato dal presidente da mesi sul dossier; e tramite la holding Millenium Falciai si s impegnato a garantire tutti i debiti di Mondomarine.
Alla fine s prevalsa la continuità, per il cda che nel prossimo triennio dovrà completare il risanamento della banca e agevolare un’aggregazione che consenta al Tesoro di uscire dal capitale. Proprio Morelli e Falciai saranno oggi auditi come testimoni alla commissione bicamerale di inchiesta sulle banche: richiesti da Pier Ferdinando Casini porteranno l’elenco dei primi 100 debitori inadempianeti della banca. Ieri s sfilato nuovamente il capo della Vigilanza di Bankitalia, Carmelo Barbagallo, per otto ore. Con i commissari ha parlato molto dei rischiosi derivati Alexandria e Santorini per occultare le perdite, poco dell’abnorme esposizione di Mps in Btp, che con la crisi del 2011 hanno portato verso il fondo la banca. Il dirigente ha incolpato «i comportamenti gravi e fraudolenti posti in essere sin dal 2008 dai passati vertici», mentre sull’acquisto di Antonveneta, autorizzato dalla vigilanza senza una perizia di stima, ha detto: « tale perizia non era richiesta dalla normativa né allora né ora » . Secondo il capo dei controlli, la banca poteva farcela ad acquisire Antonveneta, ma arrivò « la tempesta perfetta » con la crisi sovrana e le irregolarità dei vertici. Una frecciatina Barbagallo l’ha tirata anche alla Consob: a suo dire nel 2008 non avvertì Bankitalia che il bond da 2,1 miliardi — che ora il Tesoro deve rimborsa per tre quarti — era di tipo subordinato e destinato al largo pubblico.