01.03.2012

Mps, la Fondazione vende all’asta il 15%. Altolà di Mediobanca

  • Il Corriere della Sera

di Federico De Rosa

MILANO — Nessun ripensamento. Il 15% del Montepaschi è sempre a disposizione. La Fondazione Mps ha bisogno però di tempo per decidere a chi cedere la quota di Rocca Salimbeni messa in vendita per rimborsare i creditori. È stata la stessa Fondazione ieri a chiarirlo con un comunicato in cui spiega che «sta valutando attentamente le varie possibilità, con l'unico obiettivo di scegliere quelle più vantaggiose». E con l'occasione ha anche ribadito di aver in corso trattative con le banche creditrici «che hanno come condizione essenziale per pianificare una riduzione dell'attuale debito la cessione di un pacchetto di azioni di Banca Monte dei Paschi fino al massimo del 15%».
Tra le banche creditrici c'è tuttavia la sensazione che Palazzo Sansedoni voglia tirarla per le lunghe. E questo sta creando un certo nervosismo. All'ultima riunione, due giorni fa, dopo aver rilasciato la liberatoria per vendere le azioni Mps, Mediobanca ha fatto presente alla Fondazione con una certa determinazione che per andare avanti con le trattative serve un serio piano di rientro del debito e riscadenziamento. Una sorta di ultimatum. Anche l'altro grande creditore di Palazzo Sansedoni, il Credit Suisse, è sulla stessa linea. Con una differenza, però, tutt'altro che trascurabile in questo momento: per la banca svizzera la scorsa settimana si è aperta una finestra per mettere l'ente in mora con una «notice of default» che farebbe scattare il default su tutti i prestiti. Anche le altre banche hanno questa possibilità, con scadenze diverse. Ovviamente nessuno si è mosso. Ma potrebbero farlo in qualunque momento se la vendita delle azioni non si dovesse concretizzare entro marzo o se il titolo Mps iniziasse a scendere mettendo a rischio il credito.
Ieri intanto è arrivata la liberatoria formale chiesta dalla Fondazione alle banche creditrici per vendere le azioni Mps. Una questione più di forma che di sostanza, visto che il presidente Gabriello Mancini ha già da tempo a disposizione un pacchetto del 7% libero da pegni.
Per comprare la partecipazione restano sempre in corsa Clessidra ed Equinox. Ma c'è una novità: dopo aver dialogato separatamente con la Fondazione, Claudio Sposito e Salvatore Mancuso avrebbero deciso di unire le forze e fare insieme l'operazione.
Sullo sfondo restano sempre le mosse per il rinnovo dei vertici di Banca Mps, che tra l'altro ieri è tornata sul mercato con un bond da 1,25 miliardi. Alessandro Profumo è ancora il favorito per la presidenza, ma a Siena sono mille le anime in partita. E ora è spuntata la candidatura di Divo Gronchi, in passato direttore generale di Rocca Salimbeni e oggi a capo della Cassa di Risparmio di San Miniato.