06.05.2015

Mps balza in Borsa sull’ipotesi bad bank e le attese di profitti

  • Il Sole 24 Ore

Le ipotesi di intervento del governo sul fronte delle sofferenze e le attese di un primo trimestre all’insegna degli utili spingono al rialzo Banca Monte dei Paschi di Siena. Il titolo dell’istituto senese, che è stato fermato in asta di volatilità durante la seduta, ha chiuso in crescita del 4,6%, a quota 0,58 euro, in netta controtendenza rispetto a un Ftse Mib che è sceso del 2,76 per cento.
Secondo le attese, l’istituto beneficerebbe più di altri degli ipotetici interventi sul tema delle sofferenze bancarie, come annunciato dall’esecutivo.Il premier Matteo Renzi ha anticipato che «nelle prossime settimane» saranno prese delle misure in merito. Molto dipenderà dalle effettive misure che prenderà il governo (si veda articolo a lato), ma è fuor di dubbio che a livello quantitativo il gruppo guidato da Fabrizio Viola è, suo malgrado, ai vertici in Italia per il fardello di crediti deteriorati in portafoglio: si tratta di una cifra pari a 23,1 miliardi di euro, di cui 8,44 miliardi sofferenze e 11,4 in incagli.
L’entusiasmo degli operatori sul titolo si può però spiegare anche con le attese positive degli analisti rispetto ai risultati del primo trimestri. Dopo una striscia negativa di quasi tre anni – pari a undici trimestri in rosso, ovvero 2 anni e nove mesi -, venerdì prossimo il Montepaschi di Siena dovrebbe infatti tornare all’utile. Dopodomani il consiglio d’amministrazione presieduto da Alessandro Profumo si riunirà per approvare i risultati dei primi tre mesi del 2015: secondo il consensus degli analisti elaborato da Bloomberg, il risultato netto dovrebbe attestarsi attorno a 42,8 milioni di euro contro la perdita di 174 milioni di un anno fa.
Venerdì il Cda potrebbe anche valutare anche un aggiornamento del piano industriale e definire i dettagli relativi all’aumento di capitale da tre miliardi che verrà varato nel corso delle prossime settimane.
Tornando al tema delle sofferenze, va segnalato che anche altre banche italiane potrebbe trarre benefici da un eventuale intervento dello Stato non performing loans. Secondo gli analisti di Mediobanca, ad esempio, riflessi positivi potrebbero esserci anche per il Banco Popolare (il cui titolo però ieri è caduto del 3,30% in Borsa), meno invece per Carige (+0,55%) e Ubi Banca (-4,2%).