«È il mix giusto per competere con le aree più avanzate d’Europa – spiega Rocca – ma anche la strategia più efficace in termini di valore e occupazione». Nelle stime di Assolombarda orientare lo sviluppo in questa direzione con interventi e progetti concreti per start-up e nuova manifattura ma anche ricerca, design e moda, potrà portare alla città un punto di Pil aggiuntivo all’anno, fino a 18 miliardi in più di valore aggiunto e 115mila occupati incrementali in dieci anni. Azioni che tuttavia vanno non solo incanalate ma anche incentivate attraverso un contesto più favorevole alle imprese, a partire da fisco e burocrazia, con l’attenzione che in generale andrebbe spostata dal «fare le leggi all’adottare una politica pro-impresa». Dati e progetti presentati ieri subito dopo l’assemblea straordinaria di Assolombarda che ha varato all’unanimità la fusione con l’omologa associazione confindustriale di Monza e Brianza. Unione – ricorda il vicepresidente di Confindustria Carlo Pesenti «raggiunta attraverso un confronto dialettico (unanimità a Milano, non altrettanto a Monza, ndr) inevitabile nel caso di scelte di rilevanza strategica», una testimonianza della capacità del sistema confindustriale di sapersi rinnovare».
L’integrazione, da cui nascerà Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza, darà vita a una realtà da oltre 5.700 imprese per 320mila addetti, un’area in cui si concentra il 54% del valore aggiunto regionale e il 12% di quello italiano. «Un fatto storico importante – chiarisce Rocca – e un’innovazione di grande portata: saremo un sistema che indirizzerà lo sviluppo dell’area metropolitana contribuendo meglio alla crescita della Lombardia e dell’Italia». Milano, Lombardia, Italia. Alla domanda su una possibile candidatura alla guida di Confindustria Rocca replica così: «Non ho risposte su questo tema, trovo sbagliate queste lunghe corse, abbiamo un presidente in carica, poi avremo il comitato dei saggi che si occuperà di individuare i candidati disponibili. Capisco che vi sia un desiderio sfrenato di fare il presidente di Confindustria ma poi a partire troppo presto si rischia di fare delle false partenze».