21.01.2014

Mediazione e giustizia digitale

  • Italia Oggi

Gas alla mediazione e alla giustizia digitale, riduzione delle scoperture in organico degli uffici giudiziari. Sono queste alcune delle priorità, per il 2014, del ministro della giustizia, Anna Maria Cancellieri, per ridare efficienza al sistema. I punti cardine della politica del guardasigilli sono illustrati infatti nella direttiva annuale del ministro per l’anno 2014, pubblicata sul sito del ministero.

In pratica, secondo la Cancellieri, per quanto riguarda la revisione della geografia giudiziaria, «il completamento della riforma richiederà l’esecuzione di attività legate alla riduzione della scopertura di organico presso gli uffici giudiziari, sia per il tramite della redistribuzione della pianta organica del personale amministrativo che dell’assunzione dei vincitori del concorso in magistratura di cui al dm 22/9/11». «Debbo poi ricordare», continua il guardasigilli, «che una norma speciale dell’ultimo decreto legge in materia di razionalizzazione delle pubbliche amministrazioni prevede un’ampia possibilità di transito diretto presso il ministero della giustizia di personale in eccedenza delle altre pubbliche amministrazioni, entro il dicembre 2014, ciò che potrebbe consentire il rafforzamento delle nostre dotazioni organiche soprattutto nelle sedi più disagiate». Per quanto concerne, invece, gli interventi volti a migliorare la funzionalità complessiva del sistema giudiziario, per quanto riguarda il settore civile, l’obiettivo principale di via Arenula resta «la diminuzione del flusso di entrata della domanda di giustizia, allo stato attuale nettamente sovradimensionata nel confronto con le altre democrazie occidentali». Nel rapporto Cepej per il 2012 risulta infatti che nel settore civile, con 4.768 contenziosi ogni 100 mila abitanti, l’Italia è al quarto posto in Europa, su 38 paesi censiti. «Dovrà quindi agirsi, attraverso un sistema di misure normative e organizzative, sulla domanda, incoraggiando il ricorso a forme di mediazione», sottolinea la direttiva, «disincentivando il capzioso prolungamento dei giudizi, aggredendo gli arretrati, ma anche sull’offerta, incoraggiando la razionalizzazione del sistema organizzativo, così da recuperare risorse da destinare all’implementazione tecnologica e al miglioramento delle condizioni del personale». Tra le priorità della direttiva trova poi spazio la cooperazione internazionale, dove si richiede «il massimo impegno, anche in vista dell’assunzione della presidenza italiana dell’Unione, nel secondo semestre 2014, per garantire la partecipazione dell’Italia nella trattazione dei negoziati Ue ed extra Ue nelle materie della cooperazione giudiziaria e del mutuo riconoscimento dei diritti umani». La politica del guardasigilli deve però fare i conti con la netta opposizione dell’avvocatura, in uno scontro che ha raggiunto il suo apice settimana scorsa, alla Conferenza di Napoli (si veda ItaliaOggi del 18 gennaio scorso), disertata dal ministro, dove la categoria ha annunciato l’astensione dal 18 al 20 febbraio prossimi.