Se c’erano misure clientelari, ha detto Azzollini, sono state quelle presentate dal governo, che ha gestito male i tempi e i contenuti del maxi-emendamento. «È stato il governo a presentare già in Commissione ben 90 emendamenti, alcuni dei quali contenenti norme microsettoriali, e non solo. Una per tutte la previsione dell’assunzione di un dirigente, poi precipitosamente ritirata nel testo finale» va giù duro Azzollini, un veterano della Commissione Bilancio del Senato, finito a sua volta nel mirino per un finanziamento al porto di Molfetta, dove è nato e di cui è stato sindaco. Il vero problema, secondo Azzollini è stato però il mancato recupero nel maxi-emendamento, su cui il governo ha posto la fiducia, di tutte le proposte già approvate dalla Commissione col parere favorevole del governo e del relatore, «un evento senza precedenti e non positivo nella storia parlamentare. Era consuetudine che il governo, nel porre la fiducia, rispettasse le proposte approvate dalla Commissione».
Dall’Istat, intanto, è arrivata una fotografia aggiornata della galassia delle partecipate pubbliche, di cui la Legge di bilancio prevede la razionalizzazione. Sono oltre 11 mila, con un milione di dipendenti, ma ce ne sono tra queste ben 1.896 che non hanno neanche un addetto.