06.09.2012

Lo spread cala sull’effetto-annuncio

  • Il Sole 24 Ore

Le indiscrezioni relative al piano anti-spread delle Bce, che verrà formalmente presentato oggi a Francoforte, hanno dato ieri nuova linfa al mercato obbligazionario. Più controllata invece la reazione dei listini azionari, che sembrano aver già scontato gli aiuti europei sui titoli di Stato periferici, e da circa due settimane continuano a seguire un trend laterale.
Un’incertezza manifestata anche ieri, con chiusure piuttosto contrastate. Londra e Milano hanno terminato la giornata in territorio negativo. Il Ftse Mib è arretrato dello 0,62%, a 15.128 punti, mentre la borsa della City londinese ha ceduto lo 0,25%. Più toniche invece Parigi, dove il Cac 40 sale dello 0,2%, Francoforte, il cui Dax guadagna lo 0,46%. Quasi invariata Madrid, in progresso dello +0,08%. Wall Street ha chiuso le contrattazioni senza spunti di rilievo, con un calo dello 0,06%. In frenata lo spread a 10 anni, che è sceso a 408 dai 428 punti della seduta precedente.
Cosa ha guidato i mercati
La giornata è stata guidata da due macro eventi. Il primo si è registrato in mattinata, quando l’asta del nuovo titolo decennale tedesco è andata tecnicamente scoperta. Una domanda in netta flessione rispetto all’appuntamento precedente è stata interpretato come il chiaro segnale che gli operatori non sono più così convinti di voler pagare per parcheggiare soldi in terra tedesca. E questo ha dato il via a un generalizzato alleggerimento di asset fino a ieri percepiti come esenti dal rischio, Bund in primis, e ha spinto invece gli operatori verso attività più rischiose. Ecco perchè, a partire dalle 11.30, i listini azionari europei hanno registrato rialzi generalizzati, sebbene ridimensionati poco dopo. Il secondo evento di rilievo è delle 14.00 circa, quando l’agenzia Bloomberg ha battuto le prime indiscrezioni relative al piano di acquisti dei titoli di Stato della Bce. Secondo le indicazioni di due fonti interne all’Eurotower, sarebbero definiti oramai gli acquisti di titoli entro i tre anni, non ci sarebbe nessuna indicazione formale di tetto ai rendimenti, mentre è prevista la sterilizzazione degli acquisti e forte condizionalità legata agli acquisti. Anche in questo caso la reazione è stata positiva, con lo scatto dell’euro verso quota 1,26 contro il dollaro, rapide fughe in avanti dei panieri azionari e una nuova riduzione dei tassi dei bond decennali. In chiusura il differenziale tra il Btp e il Bund è sceso a 408 punti base, il minimo dello scorso 11 maggio. Merito, oltre che della frenata del saggio del BTp al 5,51%, anche del coincidente rialzo del tasso del Bund a quota 1,44% dall’1,33% di inizio giornata. Analogo il raffreddamento dello spread spagnolo: il divario Madrid-Berlino si è ridotto a 493 punti base col rendimento dei Bonos in discesa al 6,40%.
Le possibili reazioni
Ora però l’attenzione degli operatori è tutta concentrata sulla potenziale reazione dei listini al discorso di Draghi. E il dubbio è: è pronto un nuovo rally oppure ci sarà spazio per le prese di beneficio? Tutto ovviamente dipende dal presidente della Bce, e dall’eventuale scostamento degli annunci rispetto alle aspettative createsi fino ad oggi. Tuttavia, qualora Draghi confermasse le indiscrezioni della vigilia, non sarebbe da escludere un’iniziale reazione nervosa, con vendite sui titoli governativi periferici. I BTp a breve termine, del resto, hanno corso moltissimo nell’ultimo mese. Basti pensare che i bond a tre anni hanno visto scendere i rendimenti di 87 punti base, quelli a due anni quasi di 70. Un po’ di prese di beneficio, come si è visto già in parte ieri con il rialzo del tasso a due anni, sono da mettere in conto. A seguire, tuttavia, il movimento più ragionevole dovrebbe essere quello di un assestamento, con eventuale prosecuzione dell’effetto calmieratore dei tassi sulle scadenze medio-lunghe.
Diversa la dinamica delle borse, il cui andamento nelle ultime settimane si è a tratti sganciato dalla perfomance degli spread. Una ripresa dei rialzi visti tra giugno e metà agosto non è l’evento più probabile. Se però dovesse esserci spazio per un vero rally «allora Milano dovrebbe correre verso resistenze importanti, 17mila punti e oltre», spiega un gestore. D’altra parte, se prevalesse l’avversione al rischio, e si assistesse a una correzione decisa, secondo alcuni operatori ci sarebbe un’opportunità di acquisto. La recente fase rialzista, ricordano alcuni gestori, ha «superato senza grosse difficoltà i momenti di stop».