A comprimere i ricavi delle aziende è ancora una volta la debolezza della domanda interna: il calo tendenziale del 2,3% è infatti legato alla riduzione quasi doppia (-4,4%) delle vendite sul mercato nazionale, mentre l’export continua a mantenere un limitato margine positivo, poco meno di due punti di crescita.
Per il fatturato industriale si tratta del terzo mese consecutivo in rosso, trend che vanifica quasi del tutto i limitati progressi realizzati nella prima parte del 2014.
Se il quadro degli incassi non entusiasma, la situazione non pare brillante neppure per le commesse, più toniche dell’1,5% rispetto a luglio ma in calo del 3,2% (dati grezzi, su cui pesa una giornata lavorativa in meno rispetto al 2013) in termini annui.
Anche in questo caso la debolezza è “figlia” della situazione italiana, con una riduzione del 5,5% per gli ordini nazionali e un calo limitato allo 0,5% sui mercati esteri.
Anche per le commesse è comunque evidente la criticità aggiuntiva che si pone nel 2014 per le nostre imprese: alla perdurante debolezza della domanda interna, vista in calo sul fronte degli ordini per il quarto mese consecutivo, si somma ora la crescente difficoltà nel raggiungere risultati interessanti oltreconfine.
I dati dell’export di agosto, che hanno evidenziato un calo annuo del 2,7%, indicano che i tanti focolai di crisi e le tensioni politiche che imperversano sui mercati internazionali iniziano ad avere un impatto concreto anche sul business. Alle difficoltà in Russia, Ucraina, Medio Oriente e NordAfrica si aggiunge la brusca frenata di Berlino, nostro primo mercato di sbocco, che proprio ad agosto ha innestato una retromarcia corale nell’import, nell’export e nella produzione industriale.
Per gli ordini esteri delle nostre aziende si tratta del secondo mese consecutivo in rosso, per i ricavi la conferma di un dimezzamento della crescita rispetto alla prima parte dell’anno.
Tra i raggruppamenti di industrie agosto presenta numeri positivi solo per beni di consumo durevole e beni strumentali mentre altrove, e con maggior evidenza nell’energia, si vedono soltanto segni meno.
Scendendo di un livello e guardando ai singoli settori la realtà è peggiore delle medie, che scontano il balzo del 23,6% nei ricavi legati alla fabbricazione di mezzi di trasporto, già registrati dall’Istat come risultato di alcune vendite straordinarie nel comparto marittimo: soldi veri, ma limitati a commesse una-tantum.
Ad eccezione di quest’area, della farmaceutica e degli apparati elettrici, per tutti gli altri comparti i ricavi di agosto su base annua sono in calo, con il preoccupante -6,2% per un’area chiave della meccanica made in Italy come è quella dei macchinari.