Le imprese italiane sono meno pessimiste. Emerge da un’indagine della Banca d’Italia — condotta tra il 27 agosto e il 17 settembre tra imprese dell’industria e dei servizi con almeno 50 addetti — sulle aspettative di inflazione e
crescita nel terzo trimestre. «Il pessimismo delle imprese circa la situazione economica generale corrente si è attenuato rispetto a quello
manifestato tre mesi prima. Il saldo negativo tra i giudizi di miglioramento e di peggioramento si è drasticamente ridotto (da -89 a -6 punti percentuali) tornando su livelli
comparabili a quelli del periodo pre-Covid. Valutazioni in prevalenza di miglioramento sono emerse tra le imprese con
almeno 200 addetti.
Le prospettive a breve termine della domanda totale ed estera sono tornate in prevalenza positive per la prima volta dopo lo scoppio dell’epidemia», si legge nella nota. Quanto all’inflazione, le aspettative, pur aumentate, rimangono contenute su tutti gli orizzonti temporali. Le imprese prevedono che il tasso annuo d’inflazione si attesti allo 0,7 per cento tra sei mesi, allo 0,8 per cento tra un anno, all’1 per cento tra due anni e all’1,1 su un orizzonte compreso fra i tre e i cinque anni. Per l’occupazione, infine, nell’ultimo trimestre dell’anno è prevista ancora in diminuzione, ma in misura meno accentuata rispetto ai precedenti due trimestri.