Un racconto corale, che ha trovato un luogo fisico di confronto all’Expo, durante la settimana appena trascorsa di dibattiti e incontri con guru, docenti e startupper di successo, organizzata da Corriere Innovazione. E anche uno spazio virtuale, durante l’intervista via Twitter ai protagonisti dell’innovazione, organizzata con l’università Bocconi per il lancio di StartupDay.
Ne è scaturito un decalogo a uso e consumo dell’imprenditore del futuro. I primi due punti portano la firma di Riccardo Donadon, ad di H-Farm. «Anzitutto — spiega Donadon — l’idea deve essere semplice, e poi è essenziale costruire un buon team». Anche perché, e questa è la terza regola (copyright Federico Barilli di Italian Startup), il lavoro di squadra è condizione necessaria «per imparare a pensare in grande».
Chiaro, insomma, come la retorica del «piccolo è bello» abbia fatto il suo tempo. Ne è convinto anche Carlo Alberto Carnevale Maffé, docente della Bocconi. Che poi però va oltre: «Liberatevi dal provincialismo e create un business plan dalla vision globale, solo così — è il suo consiglio — potrete convincere il mercato». Da non sottovalutare — sesta regola — il tema finanziario. Difficile oggi trovare un investitore disposto a mettere del suo su un progetto fatto di carta. «Meglio quindi avere un capitale iniziale — suggerisce il direttore di Speed Mi Up, l’incubatore della Bocconi, Fausto Pasotti — domandando un aiuto magari a nonni, zii e conoscenti».
Attenzione, invece, a non essere troppo schiavi dell’hi-tech. «La tecnologia è un mezzo, mai il fine» avverte Emil Abirascid, fondatore di Startup Business. Focus, poi, sul prodotto, «individuando — spiega Matteo Faggin di SeedLab — le esigenze delle persone e concentrandosi sulla soluzione di problemi comuni a tutti». Nonché sul processo, «magari — suggerisce Ferruccio Resta, prorettore del Politecnico di Milano — bussando alla porta delle aziende per raccontare agli imprenditori la propria storia».
Infine la regola madre, su cui tutti convergono: non avere paura di sbagliare, perché fallire fa parte del business. «Non ho fallito, ho solamente provato diecimila metodi che non hanno funzionato». E questo l’ha detto Thomas Edison.