13.10.2016

Contro l’evasione fatture solo online ecco le misure fiscali

  • La Repubblica

Fatturazione elettronica anche tra privati, nuova edizione della voluntary disclosure, “rottamazione” dell’Ace, il meccanismo che consente la deduzione degli utili reinvestiti in azienda, asta delle frequenze per il potenziamento della rete 4G per la navigazione su smartphone. Si completa il pacchetto di misure fiscali che pesa, per ora, 8,5 miliardi, circa il 34,5 per cento della manovra da 24,5 miliardi. La cifra è stata notificata dal ministro dell’Economia Padoan martedì sera in Parlamento. Degli 8,5 miliardi, 5,8 saranno aumenti permanenti di gettito e 2,6 misure una tantum.
Gli aggiustamenti della manovra, attesa per sabato, proseguono mentre Camera e Senato hanno approvato il via libera al governo per aumentare il rapporto deficit-Pil dall’attuale 2 al 2,4 per cento: per ora la legge di Bilancio si fermerebbe al 2,2 per cento. E sul duello dei numeri è intervenuto ieri mattina anche il premier Renzi: «Solo in Italia gli zerovirgola sono uno psicodramma nazionale», ha detto. Ed ha aggiunto:«Padoan è stato troppo prudente sul Pil avrei fatto una stima più alta».
La misura più importante che dovrebbe consentire un aumento strutturale del gettito e la contestuale lotta all’evasione è la partenza dal 1° gennaio del prossimo anno della fatturazione elettronica anche tra le imprese private: una richiesta in tal senso è giunta ieri anche dalla risoluzione al Def approvata in Senato. La fatturazione elettronica è in vigore per i fornitori della pubblica amministrazione (Asl, enti locali, ecc.) dal giugno del 2015 ed è stata affiancata, con un maggior gettito che verrà contabilizzato, anche dal cosiddetto split payment, in base al quale lo Stato trattiene direttamente l’Iva evitando “perdite” di gettito.
Con tutta probabilità si agirà in due fasi. Il primo passaggio sarà l’indicazione ai contribuenti di comunicare in via telematica all’Agenzia delle entrate, con cadenza mensile o trimestrale, le fatture emesse e gli importi. In un secondo momento, con un software gratuito, i titolari di partita Iva potranno utilizzare il modello on line e scrivere le fatture direttamente in rete sul modello dell’Agenzia. Fino ad oggi si è parlato di una adesione volontaria, con incentivi al meccanismo, ma non è escluso che si passi alla obbligatorietà in un terzo momento.
L’altra misura, strettamente una tantum, è la riedizione della voluntary disclosure: si prevedono 1,5-2 miliardi per un rientro di imponibile di 30 miliardi. Ogni valutazione infatti non può che partire dai risultati della prima gigantesca operazione che si è svolta durante il 2015: le adesioni sono state circa 130 mila, per un imponibile emerso di 59,5 miliardi, il gettito è stato di 3,8 miliardi tra Irpef, Irap, Iva e quant’altro.
Circa 700 milioni, ma secondo alcuni osservatori la cifra potrebbe essere più bassa, verranno dalla nuova asta per l’assegnazione delle frequenze dal 3,6 al 3,8 della banda gigahertz. Sono adatte alla trasmissione dei dati su smartphone di generazione 4G. La misura era stata inserita anche nella legge di Stabilità dello scorso anno, ma non se ne fece nulla.
Il provvedimento fu introdotto dal governo Monti nel 2011 e significa «Aiuto alla crescita economica ». Era l’ultimo nato di tutta quella serie di meccanismi, dalla Dit alle varie Tremonti, che con caratteristiche diverse cercavano di favorire la crescita e gli investimenti aziendali. La norma prevede di detassare del 4,5 per cento annuo gli utili e il denaro fresco reinvestiti nell’impresa. L’incentivo sarebbe eccessivo visti i tassi bassi che non rendono più concorrenziale altri usi del denaro.

Roberto Petrini