Buona parte delle coperture della Legge di bilancio 2026 graveranno sulle spalle delle imprese italiane. Sono difatti 13,5 i miliardi che arriveranno dalle varie misure rivolte alle imprese per coprire le spese della manovra. Dalla revisione del regime fiscale dei dividendi previsti quasi 3 miliardi mentre l’imposta sostitutiva sulle riserve non distribuibili genererà 1,6 miliardi. L’affrancamento straordinario delle riserve in sospensione d’imposta contribuirà invece per 1,19 miliardi.
Questi sono i numeri che emergono dal dossier Documentazione di finanza pubblica n. 17 relativo agli effetti sui saldi e conto risorse e impieghi della Manovra 2026.
L’impatto sul deficit prodotto dal disegno di legge di bilancio, come si legge nel dossier, ammonta complessivamente a circa 6 miliardi di euro nel 2026, 6,5 miliardi di euro nel 2027 e 7,1 miliardi di euro nel 2028, con un effetto cumulato di circa 19,7 miliardi di euro nel triennio 2026-28, un miliardo in più di rispetto alla cifra di 18,7 miliardi circolata negli scorsi giorni.
Tra le misure previste dal lato delle risorse, destinate a migliorare il saldo di bilancio e a garantire la copertura della manovra economica, spicca la rimodulazione del PNRR, già trasmessa alle autorità europee in linea con le risoluzioni approvate da Camera e Senato. L’intervento sul PNRR contribuirà per 5,07 miliardi di euro nel 2026, 718 milioni nel 2027 e 430 milioni nel 2028. La seconda principale voce di copertura, invece, riguarda la revisione della spesa corrente e in conto capitale dei Ministeri, che nel triennio produrrà risparmi per 5,7 miliardi di euro.
Risorse dalle imprese
Dal dossier emerge anche che ulteriori risorse, pari complessivamente a 13,5 miliardi nel periodo 2026-2028, arriveranno da una serie di misure rivolte alle imprese, in particolare a quelle del settore finanziario. L’aumento del 2% dell’aliquota base dell’IRAP, fissata al 6,65% per banche e società finanziarie e al 7,9% per le imprese assicurative, garantirà un gettito di 3,8 miliardi nel triennio. A questa si aggiunge il differimento temporaneo delle deduzioni fiscali e la limitazione all’utilizzo di perdite e ACE per i periodi d’imposta 2026 e 2027, da cui sono attese coperture per 3,3 miliardi.
La revisione del regime fiscale dei dividendi, che introduce una soglia del 10% per accedere ai regimi di parziale esclusione dal reddito imponibile, dovrebbe portare 2,86 miliardi di euro nel triennio, mentre l’imposta sostitutiva sulle riserve non distribuibili, al 27,5% per l’affrancamento delle riserve al termine del 2025 e al 33% per quelle del 2026, genererà 1,6 miliardi nel solo 2026. L’affrancamento straordinario delle riserve in sospensione d’imposta contribuirà invece per 1,19 miliardi, mentre la razionalizzazione del sistema impositivo delle plusvalenze derivanti dalla cessione di beni, aziende o diritti sportivi porterà circa 948 milioni di euro. Invece, la deduzione forfetaria “a scalare” dal 96% al 99% degli interessi passivi per taluni intermediari finanziari genererà ulteriori 903 milioni nel periodo 2026-2028.
Coperture da imposte indirette
Sul fronte delle imposte indirette, la manovra prevede una rimodulazione delle accise su benzina e gasolio, come stabilito dal decreto legislativo n. 43/2025, che garantirà 1,27 miliardi di euro nel triennio. È previsto inoltre un incremento graduale della tassazione sui tabacchi lavorati e sui prodotti alternativi al fumo, da cui si attendono 1,47 miliardi di gettito tra il 2026 e il 2028. Nel complesso, la variazione delle accise fornirà circa 2,74 miliardi di euro.
Razionalizzazioni
Accanto alle riduzioni di spesa dei Ministeri, la manovra prevede ulteriori interventi di razionalizzazione. I definanziamenti della Sezione II del disegno di legge di bilancio libereranno 2,3 miliardi nel triennio, mentre le misure di revisione della spesa introdotte dall’art. 129 porteranno complessivamente 4,1 miliardi di coperture tra il 2026 e il 2028. In particolare, il versamento al bilancio dello Stato delle somme residue del Fondo per lo sviluppo e la coesione garantirà 2,1 miliardi, mentre l’utilizzo del fondo di parte corrente per compensare eventuali scostamenti della spesa aggiungerà circa 1,4 miliardi nel 2026.
Un’ulteriore fonte di entrate deriverà dall’introduzione di una procedura automatizzata di liquidazione dell’IVA nei casi di omessa presentazione o di dichiarazioni incomplete. La misura, prevista dall’art. 25 del disegno di legge, dovrebbe assicurare un gettito stimato in circa 2 miliardi di euro nei prossimi tre anni.