Non tutto deve succedere subito. Le possibilità per gli azionisti intenzionati ad accrescere il loro peso sono diverse, a partire dall’acquisto dei diritti di sottoscrizione all’attesa dell’inoptato che Carige ha comunque garantito con la costituzione del consorzio guidato da Mediobanca. I principali soci privati, Malacalza e Volpi, mantengono per ora una certa distanza. Non si trova conferma a un loro pour parler anche informale con oggetto la Carige. Sembra che l’incontro sia rinviato a dopo l’aumento quando le rispettive posizioni saranno definite. Malacalza sta cominciando a prendere in mano la regia dell’istituto, ne sono un segnale le nomine nel cda con l’ingresso del banchiere piacentino Beniamino Anselmi e del commercialista Gianpaolo Provaggi. Quest’ultimo è gradito anche alla Fondazione Carige che ha ceduto all’imprenditore genovese il suo 10,5%. Vittorio Malacalza si è incontrato più volte con l’ad Piero Montani e il buon rapporto tra il nuovo azionista di riferimento e management è confermato, al di là delle dichiarazioni formali di stima. Tutti si chiedono come interagiranno Malacalza e Volpi e se le loro visioni del futuro della banca coincideranno. Malacalza ha forse un progetto più legato al territorio ligure mentre Volpi starebbe pensando a sviluppare interessi extra Europa con lo sguardo puntato all’Africa dove l’imprenditore ha concentrato il grosso del suo business, in particolare in Nigeria e Mozambico.
Nei suoi progetti ci sarebbe l’apertura di un ramo di banca d’affari per finanziare imprenditori italiani che vogliano investire in Africa. Volpi sta inoltre costituendo una holding di diritto italiano in cui far confluire interessi e partecipazioni in territorio nazionale (è entrato anche nell’azionariato di Eataly). Entrambi poi preferirebbero che Carige non cedesse la private banking Cesare Ponti la cui vendita è nel programma presentato a Bce.