Dopo il forte rimbalzo di lunedì, Piazza Affari ha chiuso debole insieme alle principali borse europee, mentre lo spread è tornato a salire. Il Ftse Mib ha ceduto lo 0,22% a un soffio da 19 mila punti. In calo anche Francoforte (-0,42%) e Parigi (-0,22%), mentre Londra è rimasta positiva (+0,14%). A New York il Dow Jones e il Nasdaq salivano rispettivamente dello 0,87 e dello 0,51%.Sul fronte macroeconomico, l’Istat ha reso noto che nel terzo trimestre il pil italiano, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente ed è migliorato dello 0,8% su base annua. Il dato è inferiore alle previsioni degli analisti. Invece, negli Stati Uniti, l’indice sulla fiducia dei consumatori si è attestato in ottobre a 137,9 punti, in aumento rispetto al dato rivisto di settembre a 135,3 punti e oltre il consenso.
Il differenziale Btp-Bund ha chiuso la seduta in netto allargamento a 310 (+15 punti). Le aste a medio-lungo termine condotte dal Tesoro hanno visto i rendimenti balzare nuovamente di alcune decine di punti base, segnando nuovi massimi da dicembre 2013 per il decennale (al 3,36%) e da febbraio 2014 per il titolo a cinque anni (2,58%). Si tratta di una reazione ai numeri sul pil, che, osserva un esperto di una primaria banca italiana, «rendono molto difficile, quasi impossibile, pensare di raggiungere nel 2019 i target di crescita: per arrivare a un incremento dell’1,5% nel 2019 servirebbe una crescita dello 0,5% in tutti i trimestri dell’anno».
Paolo Mameli, di Intesa Sanpaolo, ricorda che un’assenza di andamento positivo su base trimestrale non accadeva dal 2014: «I servizi e la domanda domestica non sono riusciti a più che compensare l’attesa debolezza dell’industria e del commercio estero. La crescita nel 2018 non andrà oltre l’1%».
A Piazza Affari volatile Fiat Chrysler, che a fine seduta ha perso il 3,22% dopo la pubblicazione dei conti. Fra gli industriali bene Tim (+2,02%), Pirelli (+2,96%) e Recordati (+2,08%). In ordine sparso le banche: positive Banco Bpm (+1,66%), Mediobanca (+0,26%) e Ubi (+0,41%), mentre hanno perso terreno Bper (-0,59%), Intesa Sanpaolo (-0,23%) e Unicredit (-0,68%). Giù Leonardo (-1,51%) e, nel resto del listino, Cerved (-8,40%) a causa della trimestrale debole. In gran spolvero, invece, Clabo (+14,32%) e Wm Capital (+6,83%).
Nei cambi, l’euro è terminato in leggero ribasso a 1,1366 dollari. Per le materie prime, quotazioni petrolifere in discesa, con il Brent a 75,87 dollari (-1,47 dollari) e il Wti a 66,19 (-85 centesimi).
Massimo Galli