«Il Dodd-Frank Act non funziona per i lavoratori. È nostro dovere smantellarlo». Il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, è pronto a modificare la riforma finanziaria, il Dodd-Frank Act appunto, fortemente voluta da Barack Obama. E potrebbe trovare anche l’appoggio della senatrice democratica del Massachusetts, Elizabeth Warren. Diventato legge federale il 21 luglio 2010, il «Dodd-Frank Wall Street reform and consumer protection Act» è stato creato dall’amministrazione Obama con un unico fine: evitare che i contribuenti pagassero ancora per gli errori dell’industria finanziaria. A sei anni di distanza, tuttavia, potrebbe esserci un significativo passo indietro, all’insegna di una maggiore libertà d’azione per Wall Street.
ControDal lato di chi vuole cancellare il Dodd-Frank Act troviamo prima di tutto Jeb Hensarling, numero uno del House financial services committee. Papabile nome per il Tesoro sotto l’amministrazione Trump, Hensarling ritiene che la riforma finanziaria sia «limitante» per Wall Street. «È inutile ricordare che i listini azionari sono ai massimi storici, ma non c’è un trasferimento di ricchezza verso le classi meno abbienti. Questo è colpa del Dodd-Frank Act», ha spiegato pochi giorni fa in un evento organizzato dalla J. Ronald Terwilliger foundation for housing America’s families. «L’errore più grave è stato approvare quella riforma, che invece di rompere il concetto delle banche troppo grandi per fallire lo ha rafforzato», ha concluso Hensarling.
A supporto di questa tesi c’è anche Steven Mnuchin, il finanziere — anche lui in lizza per il Tesoro — che ha supportato Trump in tutta la campagna elettorale. «Siamo tutti concordi e uniti: il Dodd-Frank non fa il bene dell’America. Servono meno regole, meno vincoli, più trasparenza», ha detto Mnuchin. Ed è per questo che ha contribuito alla nascita del Financial Choice (Creating hope and opportunity for investors, consumers and entrepreneurs) Act, che vuole essere la controriforma di Trump. Solo sette punti, ma densi di significato. Si va dalla protezione dei cittadini dalle frodi bancarie alla maggiore semplicità delle regole di trading, passando per la liberalizzazione dei mercati, finendo con la rendicontazione bilaterale sia di Wall Street sia del Congresso in materia finanziaria.
Ed è proprio su quest’ultimo punto che Trump ha ottenuto l’appoggio della senatrice Warren, considerata il cane da guardia dei Democratici quando si parla di Wall Street. «È ovvio che non siamo d’accordo su molte questioni, ma se l’obiettivo di Trump è quello di migliorare la sicurezza economica della classe media, allora metterò da parte le differenze e lavorerò con lui al fine di raggiungere questo fine», ha spiegato la Warren, lasciando di stucco buona parte del suo partito. Su una cosa, però, Trump e la Warren non sono d’accordo.
Il primo vuole liberalizzare il più possibile l’industria bancaria, la seconda vuole invece la reintroduzione della divisione fra banche d’investimento e banche commerciali, sancita dal Glass-Steagall Act cancellato dal presidente Bill Clinton nel 1999.
E non è un caso che Rob Nichols, presidente della American bankers association (Aba), si sia scontrato più volte contro la Warren proprio su questo tema.
A favoreA difendere il Dodd-Frank, invece, ci sono gli attuali policymaker voluti da Obama. Prima fra tutte Janet Yellen, presidente della Federal Reserve. Secondo la Yellen, che ha parlato al Congresso la scorsa settimana, l’eredità della riforma finanziaria di Obama è «enorme».
Il maggior pregio del Dodd-Frank è stato «rendere più sicuro l’intero sistema, tramite un controllo più serrato e una vigilanza più precisa che in passato». È vero, però, che «ci sono ancora delle zone d’ombra nell’industria finanziaria», ma secondo lei «miglioramenti all’attuale legislazione sono possibili».
Stessa opinione per Mary Jo White, presidente della Sec, la Consob a stelle e strisce, e per Timothy Massad, presidente della Commodity futures trading commission (Cftc), l’organo che regola le negoziazioni di future e opzioni. Secondo la White non è possibile tornare indietro: «Trump dice che vuole liberalizzare i mercati e allo stesso tempo aumentare la trasparenza di Wall Street. Tutto ciò è in contraddizione». Ma anche White lascia le porte aperte per eventuali miglioramenti. Massad, invece, a fine settembre ha ricordato che il lavoro di implementazione del Dodd-Frank Act non è ancora completato. «Ci sono ancora molti aspetti della riforma su cui stiamo lavorando, è un lavoro duro, ma è necessario continuarlo».
Il prossimo passaggio per comprendere quale sarà il futuro dell’industria finanziaria statunitense è ancora ignoto. La certezza, per ora, è che nel videomessaggio prodotto da Trump per spiegare il suo programma nei primi cento giorni non c’è alcun riferimento al Dodd-Frank Act.