Complessivamente il gettito delle entrate erariali da gennaio a luglio 2015 si è attestato a poco più di 234 miliardi di euro pari a +0,6% con 1,374 miliardi in più pagati dai contribuenti italiani. Al netto della posta straordinaria legata alla rivalutazione delle quote di Bankitalia prevista per il solo anno d’imposta 2014 (pari a 1,692 miliardi) le imposte dirette crescono del 2,5%. Alla crescita oltre al buon andamento dell’Ires hanno contribuito soprattutto gli aumenti di 6 punti percentuali della tassazione sulle rendite finanziarie (+818 milioni) così come l’identico aumento dal 20 al 26% dell’imposta sostitutiva sul risparmio gestito e dal 12,5% al 20% della tassazione sulle partecipazioni a Oicvm (1,2 miliardi +20,4%) e ancora dall’11,5 al 20% della sostitutiva sui fondi pensione (1,105 miliardi).
Sul fronte Irpef vanno registrati i rossi di oltre 350 milioni per il versamento in autoliquidazione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, e di 986 milioni delle ritenute sui redditi di lavoro dipendente del settore pubblico e redditi di pensione dovuto alle minori ritenute versate dai sostituti d’imposta (circa 1,3 miliardi) per effetto del bonus di 80 euro (in realtà i pensionati sono esclusi dal cosiddetto bonus Renzi).
Al risultato complessivo delle entrate delle pubbliche amministrazioni ha contribuito anche l’acconto Tasi 2015 pagato a giugno dai proprietari di immobili pari a 2.443 milioni di euro. Come spiega il Dipartimento la variazione positiva di 1,641 miliardi di euro (+204,6%) è dovuta al fatto che il versamento di giugno ha riguardato tutti i Comuni mentre nel 2014 riguardava solo i comuni che avevano deliberato le aliquote Tasi entro il mese di maggio 2014.
Come anticipato, l’Iva resta in territorio positivo per questi primi sette mesi dell’anno. E questo grazie soprattutto allo split payment. La dinamica sugli scambi interni complessiva (+1.526 milioni di euro, pari a +3,1%), come spiegano i tecnici delle Finanze è correlata al meccanismo introdotto dalla legge di stabilità per contrastare l’evasione Iva. A livello settoriale, invece l’Iva sugli scambi interni è stata determinata dai settori dell’Industria (-4,8%), in particolare dal settore delle fornitura di energia elettrica, gas, aria condizionata, eccetera (-21,6%), mentre risulta positiva nei settori del commercio degli autoveicoli (+14,5%), del commercio al dettaglio (+11,7%), del commercio all’ingrosso (+3,7%) e dei servizi privati (+4,0%). Negativa anche la variazione del prelievo sulle importazioni dai Paesi extra-Ue (-76 milioni di euro, pari a -1,0%).