Due visioni diverse sulle banche italiane sono state espresse dal direttore generale del Fondo monetario internazionale di Washington (Fmi), la francese Christine Lagarde, e dal presidente dell’Associazione bancaria italiana (Abi) Antonio Patuelli. Lagarde, intervenendo in un convegno a Bruxelles, ha evidenziato la necessità di una ripulitura nei sistemi bancari dei Paesi del Sud in modo da procedere al risanamento. Il direttore del Fmi ha ammesso di voler usare un termine «politicamente scorretto» quando ha detto che in diversi Paesi del Sud «il lavoro di disinfezione deve ancora essere completato». Per lei «il sistema bancario deve ancora essere risanato» perché «la percentuale dei crediti deteriorati in alcune banche del Sud è un peso sull’espressione del loro potenziale economico». Patuelli, che a Bruxelles ha incontrato il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani, non ha gradito l’analisi della Lagarde rilanciata dalle agenzie di stampa. La sua opinione sui maxi crediti deteriorati nel sistema bancario italiano, che alcuni operatori finanziari anglosassoni tendono a drammatizzare, è rassicurante. «I numeri degli Npl netti, quelli veri, che si sono ridotti negli ultimi mesi a 77 miliardi, stanno a dimostrare che le banche in Italia stanno facendo tutto ciò che possono», ha dichiarato. «C’è una primavera in corso — ha detto —. Confidiamo che le autorità possano concludere questi dossier aperti in maniera tempestiva e costruttiva».
Ivo Caizzi