Draghi ha sostenuto che già solo l’annuncio del Quantitative easing ha fatto registrare iniziali effetti positivi. «Le condizioni finanziarie dei mercati dei capitali e dei titoli sono ulteriormente migliorate — ha detto —. I tassi d’interesse per i prestiti alle famiglie e alle imprese sono considerevolmente diminuiti e la dinamica dei prestiti ha continuato a migliorare con la crescita del credito nel settore privato, tornata al segno positivo per la prima volta dalla metà del 2012». Prospettive positive le vede anche nel recente miglioramento degli «indicatori sulla fiducia dei consumatori e delle imprese». Invita però i governi a ricordare che la «politica monetaria non riesce a creare crescita da sola» e va agevolata e utilizzata creando «un ambiente propizio con le riforme strutturali».
Dagli eurodeputati delle opposizioni sono arrivate critiche sull’anomala influenza politica assunta dalla Bce nei confronti dei governi dell’eurozona in difficoltà proprio tramite i suoi acquisti di titoli. Draghi ha dichiarato che il Quantitative easing «è solo una politica monetaria espansiva, che non ha nulla a che vedere con i Paesi che sono sotto in programma di aggiustamento». Ha anche negato conflitti d’interessi, quando da un lato trattava da creditore con il governo di Atene il piano di salvataggio e dall’altro decideva di non accettare più i titoli di Stato ellenici come garanzia collaterale per le banche finanziate dalla Bce, che è «pronta a ripristinare la deroga sui bond greci se alla prossima riunione il Consiglio direttivo valuterà che ci sono tutte le condizioni rispetto al programma» di Atene approvato martedì scorso dall’Eurogruppo.