Nessuna sospensiva per la riforma delle professioni (137/12). Almeno per ora. Il Tar del Lazio, fa sapere infatti il collegio nazionale degli agrotecnici, nella giornata di ieri ha deciso di non discutere la richiesta di sospensiva avanzata dagli stessi agrotecnici per il dpr di riforma delle professioni, ma di rinviare direttamente la discussione a un merito-breve, al 3 luglio 2013, giorno in cui si avrà la sentenza definitiva.
Insieme agli avvocati, gli agrotecnici sono stati l’unica categoria professionale «a reagire», si legge nel comunicato stampa, «contro l’ingerenza ministeriale negli atti regolamentari che la legge riserva ai consigli degli ordini professionali, una ingerenza che si sostanza con il potere auto-attribuitosi dal ministro della giustizia di emanare «pareri vincolanti e/o obbligatori» sugli atti dei Consigli nazionali relativi ai Regolamenti sulla formazione permanente e a quelli sul tirocinio in convenzione». Già durante l’iter del provvedimento, ricordano gli agrotecnici, il Consiglio di stato aveva evidenziato come questi pareri vincolanti non fossero previsti dalla legge autorizzante e dunque come il governo dovesse rinunciare all’idea di introdurli; «un invito purtroppo rimasto inascoltato». Senza considerare che per quanto riguarda il tirocinio, poi, «il nuovo dpr contiene norme che, per l’Albo degli agrotecnici sono più arretrate di quelle del dpr n. 328/2001 e soprattutto risultano completamente scoordinate rispetto alle precedenti norme».
Ma la giornata di ieri ha riservato un’altra sorpresa in materia di professioni. Perché contro questo ricorso e in «soccorso» del governo, si è schierato l’Ordine nazionale degli architetti, costituito a favore del provvedimento. Era stato lo stesso presidente di categoria Leopoldo Freyrie ad annunciare l’intenzione di disporsi a fianco del governo contro l’iniziativa legale. In una lettera inviata al ministro della giustizia, Paola Severino, il presidente del Consiglio nazionale infatti aveva sottolineato che «avendo notizia dell’impugnativa del dpr 137/2012 che è stata proposta dal Consiglio nazionale degli agrotecnici con ricorso depositato al Tar Lazio nella giornata del 13 novembre, la informo della nostra volontà di ricorrere ad adiuvandum, nel merito ma anche avverso l’istanza cautelare presentata dagli agrotecnici». Gli architetti italiani, infatti, continua il testo, considerano «l’iniziativa sbagliata nella sostanza e nel metodo: nella sostanza perché il dpr di riforma delle professioni è un testo equilibrato e utile, che ha tenuto conto delle realtà professionali italiane, nella forma, perché l’Italia ha bisogno di riforme profonde sempre impedite, nell’ultimo ventennio, dalla logica dell’interesse particolare che vince sul generale».