17.01.2013

La Giustizia scopre le carte sui nuovi tribunali

  • Il Sole 24 Ore

Pronte le nuove piante organiche degli uffici giudiziari. Il Dipartimento dell’Organizzazione giudiziaria del ministero della Giustizia ha concluso il suo lavoro con la presentazione del documento che mette nero su bianco il nuovo numero dei magistrati da destinare a tribunali e Procure. Il documento è stato condiviso integralmente dal ministro della Giustizia, Paola Severino, che lo ha trasmesso al Consiglio superiore della magistratura dal quale si aspetta il parere per le prossime settimane.
Con l’intervento (si veda nel dettaglio la tabella pubblicata a lato), il ministero della Giustizia dando corso alla soppressione di 949 uffici (31 tribunali, altrettante procure, 220 sezioni distaccate e 667 uffici giudice di pace) prova anche a riequilibrare una situazione che presentava evidenti squilibri sulla base degli indicatori presi in considerazione. Per quanto riguarda la popolazione, per esempio, a fronte di una media nazionale di 11.745 abitanti per giudice, a Reggio Calabria il rapporto è pari a 5.198 abitanti, mentre a Monza è di 20.192 abitanti. Oppure quanto ai carichi di lavoro a due tribunali appartenenti alla stessa area geografica e confrontabili per servizi e abitanti, Sondrio (181mila abitanti) e Gorizia (140mila abitanti). Se infatti Sondrio vanta un organico di 12 magistrati, Gorizia ne ha uno in meno, malgrado Gorizia abbia carichi di lavoro per procedimenti sopravvenuti superiore del 32% rispetto a Sondrio(10.549 fascicoli a fronte di 7.996).
Se poi Palermo, sulla base della nuova pianta organica perde 12 pubblici ministeri in una delle Procure più esposte sul fronte della lotta alla criminalità organizzata, il documento del ministero mette in evidenza la sproporzione dell’organico attuale (72 Pm) rispetto all’organico del tribunale (125 giudici) con un rapporto di 1,74 giudici per ciascun Pm. Proporzione che non ha confronti in nessuna altra sede: a Catania, per esempio, il rapporto è di 2,39 e di 3,79 a Roma.
Oltre che a correggere storture, la proposta del ministero prende atto dei nuovi circondari e del mutato assetto dei carichi di lavoro. Adattandoli poi con il riconoscimento di alcune specificità. È il caso di Milano che perde sia sul fronte dei giudici (ben 32 magistrati) sia su quello dei pubblici ministeri (- 11). Scelta incomprensibile? Non tanto, si spiega, al ministero, visto che il circondario di riferimento è cambiato, con un drastico taglio della popolazione da “servire”, quasi un milione in meno e per la conseguente nuova distribuzione del carichi di lavoro che insiste in misura maggiora sui tribunali di Lodi e Busto Arsizio i cui organici, invece, sono stati potenziati. Anzi, si sottolinea in via Arenula, la riduzione avrebbe potuto essere più accentuata, ma si è tenuto conto, tra l’altro, dell’importanza dell’attività della Procura milanese nel contrasto ai reati contro la pubblica amministrazione e della rilevanza del maggiore tribunale delle imprese del Paese. Adesso l’auspicio al ministero è che il Csm faccia presto soprattutto per il neocostituito tribunale di Napoli nord. Non proprio un peso piuma visto che dovrà occupare 80 giudici e 30 Pm. Qui bisogna fare presto per definire le sezioni, i presidenti delle stesse, il presidente e il procuratore e tutte le funzioni dirigenziali e semidirgenziali. A breve poi sarà pubblicato sul sito della Giustizia l’elenco degli uffici dei giudici di pace da cancellare, dando modo ai Comuni nei 60 giorni successivi di farsi avanti per evitare la soppressione facendosi carico dei costi.
Le prime critiche al progetto del ministero arrivano dagli avvocati, con Nicola Marino, presidente Oua per il quale «dopo il danno della soppressione di circa mille uffici giudiziari, si aggiunge ora la beffa di una revisione delle attuali piante organiche che lascia perplessi. Desta preoccupazione, per fare un esempio, tagliare 13 giudici e 12 pm in un Tribunale come quello di Palermo, dove si lavora già con una carenza di organico.Chiediamo che si apra un confronto con l’avvocatura e con la magistratura e che si sospenda l’entrata in vigore del provvedimento di revisione della geografia giudiziaria».