05.08.2013

La campagna d’estate del fisco: controlli da Capri a Portofino

  • Il Corriere della Sera

ROMA — A Capodanno 2012 fu uno choc per molti gioiellieri e ristoratori di Cortina vedere entrare gli ispettori dell’Agenzia dell’Entrate a caccia delle matrici di scontri e ricevute fiscali. Seguirono le accuse di «terrorismo fiscale»: si parlò di disturbo della quiete degli affari e di molestie psicologiche verso gli ignari villeggianti propri nei giorni delle vacanze di Natale. Ignari loro, non tanto forse i proprietari degli esercizi commerciali che con la Finanza nei paraggi registrarono incassi superiori del 300% rispetto ai giorni precedenti.
Allo scoccare d’agosto la storia di ripete. Controlli a tappeto, sono stati effettuati nel week-end dell’esodo nelle più celebrate località balneari: un centinaio di blitz degli ispettori del fisco, da Porto Cervo a Capri, a Portofino, a Taormina, a Gallipoli e a Santa Margherita. Gli esercizi oggetto della maxioperazione — fanno sapere dall’Agenzia delle Entrate — sono stati selezionati con una «preventiva e approfondita attività di analisi del rischio» basata su elementi informativi presenti in Anagrafe Tributaria e sulla conoscenza del territorio. In pratica gli ispettori sono andati alla ricerca di irregolarità dove e quando presumevano di trovarne.
I controlli sono partiti venerdì pomeriggio e hanno riguardato beauty-farm, lidi e gioiellerie, racconta un funzionario dell’Agenzia delle Entrate che ha esaminato i registri e le posizioni dei lavoratori a Capri. Nella sera tra sabato e domenica gli ispettori hanno controllato locali notturni e discoteche, in totale 15 attività. «Abbiamo cura di non creare clamore», premette. Nell’Isola Azzurra sabato notte erano al lavoro 4 gruppi di ispettori. Ognuno è una mini task force, cui partecipa sempre una donna e un funzionario della Siae, per controllare il rispetto del diritto d’autore, che si apposta prima all’ingresso dei locali, poi tra le 11.30 e mezzanotte si entra, si chiede del titolare. Alla verifica dei rapporti di lavoro del personale segue il presidio di cassa. I dati raccolti vengono poi raffrontati con quelli dei giorni precedenti e dello stesso periodo dell’anno prima.
«Di controlli nei posti di vacanza — racconta ancora il funzionario — ne facciamo spesso. Ma questa volta si è puntato ai grossi nomi. Locali dove giravano bottiglie da 500 ai 1.300 euro». A questi controlli seguono le polemiche, per i disturbi arrecati. «L’ordine dalla direzione — dice — è di cercare di passare inosservati, non far vedere che stiamo controllando e mettere a proprio agio i proprietari e i manager dei locali. E posso assicurare che i clienti non si sono accorti di niente». Di diverso avviso alcuni sindaci. «Che brutta pubblicità… », lamenta il primo cittadino di Santa Margherita Ligure, Roberto de Marchi, per il quale si «è dimenticato il buon senso». Tra Portofino e il suo comune sono stati controllati 10 esercizi commerciali. «La lotta all’evasione fiscale è una grande battaglia che va condotta fino in fondo — aggiunge — ma c’è modo e modo. Non siamo in uno Stato di polizia».
Lo stesso ragionamento lo fa il senatore Maurizio Gasparri (Pdl): «Ma a chi vengono queste idee geniali? Perché i controlli non vengono fatti con regolarità senza azioni spettacolari che partono da una presunzione di colpa e dalla volontà di fare scena?». «Ci appelliamo al buon senso e alla discrezione delle autorità che effettuano i controlli per non turbare la vacanza degli ospiti», è meno polemico il sindaco di Capri, Ciro Lembo.
«Sono convinto che il 100% dei locali di Taormina rientra perfettamente nei modi di gestione che la legge prevede», professa sicurezza il sindaco di Taormina, Eligio Giardina. I dati si sapranno tra qualche giorno. Certo i precedenti non sono rassicuranti. Alla fine delle 447 mila verifiche del 2012 una su tre aveva riscontrato irregolarità: il 32% degli esercizi commerciali, dei bar e dei ristoranti controllati era risultato irregolare nel rilascio degli scontrini. E a quanto pare siamo un Paese che non impara dai propri errori: nei primi cinque mesi di quest’anno su quasi 167 mila controlli la percentuale è praticamente immutata (33%).