Una cosa è certa. «Noi cerchiamo partner e non siamo venditori — ha continuato Pier Silvio — Il controllo di Mediaset non è in discussione ». Fininvest, insomma, vorrebbe rimanere azionista di riferimento. «Siamo in un paese che vede finire in mani straniere i pezzi migliori del suo panorama economico — ha detto il presidente Fedele Confalonieri — . Noi invece siamo pronti a nuovi investimenti per crescere in Italia e all’estero ». Le tv non sono l’unico cantiere aperto ad Arcore. Il Biscione, senza troppo clamore, sta cambiando pelle. E all’orizzonte c’è una vera e propria rivoluzione. Il segno della svolta è proprio il caso Milan. I rossoneri sono un pezzo della vita dell’ex premier, che in 30 anni ha speso per la squadra 600 milioni. Il portafoglio, però, conta oggi più del cuore. Così anche il Diavolo è finito all’asta e oggi come oggi solo un “niet” della figlia Barbara, che sulla società ha investito molto, potrebbe convincere il padre a fare marcia indietro.
La metamorfosi di Mediaset e il possibile addio al calcio non significano però la fine dell’avventura della holding. Anzi. «Fininvest è sana e pronta a cogliere opportunità », ha garantito Pier Silvio. La società, in effetti, ha lavorato sottotraccia negli ultimi anni con una serie di dismissioni mirate che le hanno consentito di mettere da parte un bel tesoretto. Prima ha liquidato una quota in Mediolanum, lo scorso gennaio il 7,7% di Cologno. Sul conto in banca della holding c’è oggi quasi un miliardo di liquidità. Cifra che potrebbe raddoppiare se sarà costretta a liquidare un altro 20% dell’azienda di Ennio Doris, come ha chiesto Banca d’Italia dopo la condanna per evasione fiscale di Silvio.
Cosa farà di questo gruzzoletto Berlusconi? Una tentazione potrebbe essere quella di spartirlo tra i figli per chiudere la delicatissima partita della successione che ha già creato più di un grattacapo in famiglia. Tra le riserve patrimoniali, del resto, ci sono altri due miliardi di liquidità che possono essere girati ai soci dalla sera alla mattina. Quanto basterebbe per far felici tutti. In quel caso, dice chi accredita questa ipotesi, Fininvest potrebbe cedere quasi tutte le partecipazioni. Tenendo in portafoglio (oltre forse al Milan) solo la Mondadori affidata a Marina e pronta magari ad alzare il tiro su Rcs oltre il confine dei libri.
«Chi lo conosce sa che Silvio non si ritirerà mai del tutto — dicono i suoi fedelissimi — . Anzi utilizzerà questa potenza di fuoco per tornare da protagonista sulla scena economica tricolore». Qualche fuoco d’artificio in questo senso, in effetti, è già partito. Il primo colpo con l’offerta per Rizzoli. Poi è spuntata la “strana” Opa di Ei Tower per le torri Rai. Con i salotti buoni italiani in disarmo, del resto, di tabù non ce ne sono più. C’è persino (per ora siamo alla fanta-finanza) chi parla di un ex-Cav. pronto a concentrare la sua liquidità sulle Generali. Si vedrà. La stella politica di Silvio Berlusconi è un po’ in calo. Ma all’orizzonte potrebbe rispuntare quella antica del Berlusconi imprenditore, alla guida di questa strana Fininvest 2.0.