L’autorizzazione all’aumento dell’Ela, in conformità a una richiesta della Banca centrale greca, è stata decisa anche prima del previsto, ma Draghi ha sottolineato che ci sono stati diversi eventi positivi negli ultimi giorni, dall’accordo a Bruxelles all’approvazione del primo pacchetto di misure da parte del Parlamento greco. Poco prima che si concludesse la riunione del consiglio della Bce è arrivata anche dall’Eurogruppo la rassicurazione che oggi verrà varato il prestito ponte europeo alla Grecia per 7 miliardi di euro con i quali saranno rimborsati prima della scadenza di lunedì 4,2 miliardi alla Bce stessa e circa 2 miliardi al Fondo monetario, nei confronti del quale Atene era finita in arretrato a fine giugno.
Anche se le banche greche potrebbero essere in grado di riaprire gli sportelli grazie alla nuova iniezione di liquidità, Draghi ha avvisato che la rimozione dei controlli sui capitali, imposti dal Governo greco «per proteggere i depositanti», potrà avvenire con cautela per evitare una fuga dai depositi. Secondo un altro membro del consiglio, la normalizzazione dell’attività del sistema bancario richiederà mesi.
Il presidente della Bce ha difeso energicamente le scelte della banca sull’Ela, finite sotto il fuoco incrociato delle critiche. A chi sosteneva che la fornitura di liquidità avrebbe dovuto essere azzerata, Draghi ha risposto che questo avrebbe violato il mandato dell’istituto di Francoforte provocando un collasso. Ma ha replicato anche all’obiezione di chi ritiene che con il blocco dell’Ela nelle ultime tre settimane la Bce abbia aggravato la crisi. Il banchiere centrale italiano ha ricordato che questo è stato deciso dopo la rottura del negoziato e il mancato pagamento all’Fmi, ha snocciolato le cifre del supporto accordato alle banche greche, soprattutto nei mesi di più intensa fuga dai depositi, e sottolineato che l’esposizione della Bce verso la Grecia, oggi a 130 miliardi di euro, è superiore all’intero importo dei depositi bancari del Paese, attorno a 120.
Una volta concluso il negoziato sul terzo salvataggio, potrebbero aprirsi per la Grecia anche le porte dell’acquisto del suo debito da parte della Bce, in base al programma di Quantitative easing (Qe), dal quale è oggi l’unico Paese escluso, dopo la riammissione di Cipro. C’è una finestra di due mesi fra la forma dell’accordo e la prima revisione del programma, quando, in base alle sue regole, Francoforte dovrebbe sospendere gli acquisti. Il vicepresidente Vitor Constancio ha ricordato che è a discrezione del consiglio, qualora l’attuazione del programma sia “credibile”, acquistare titoli anche prima della verifica del programma. Constancio ha ricordato che a febbraio, anche se la Grecia aveva ancora un programma in corso, l’accesso ai normali finanziamenti venne revocato proprio perché non rispettava i termini in modo credibile.
Sul fronte macroeconomico, la Bce vede gli sviluppi della situazione più o meno in linea con le sue previsioni e Draghi ha comunque ribadito che è pronta a usare tutti gli strumenti a sua disposizione qualora si verificasse sui mercati una restrizione indesiderata delle condizioni finanziarie. Il presidente della Bce ha anche confermato che, in vista della pausa dell’attività dei mercati in agosto, le operazioni del Qe sono state accelerate negli ultimi due mesi.