Bruxelles potrebbe tosare le banche centrali per coprire il buco provocato dalla Brexit.
L’idea sarà discussa oggi dalla Commissione, anche se il vero negoziato sul budget Ue 2020-2027 inizierà a giugno e l’ultima parola spetterà ai governi. La tentazione è di finanziare il prossimo bilancio — orfano dei 13 miliardi l’anno di Londra — con una tassa sulla plastica mettendo le mani sui profitti realizzati con la stampa delle banconote (signoraggio) che la Bce versa agli istituti nazionali. Almeno 50 miliardi l’anno. Proposta che non dispiacerà a quei Paesi, come l’Italia, che rischiano di perdere fondi strutturali e agricoli (per noi fino a 50 miliardi sui 7 anni) e che stanno premendo per evitare tagli drastici. Forse con successo, visto che l’Europarlamento non approverà il budget in caso di eccessive sforbiciate e che la stessa Commissione ha fatto sapere che i fondi scenderanno al massimo del 5%, non di quel 15-30% che avrebbe coperto solo le capitali dell’Est. Certo, i governi perderebbero i soldi del signoraggio, ma salverebbero i fondi Ue e vedrebbero finanziate nuove politiche continentali (migranti, sicurezza o digitale) risparmiando in casa.
Alberto D’Argenio