20.04.2017

La battaglia con Vivendi costa 300 milioni a Mediaset

  • La Repubblica

Mediaset chiude il peggiore bilancio di sempre, per colpa della mancata vendita di Premium a Vivendi, ma Pier Silvio Berlusconi è positivo per il futuro sia per la ripresa della pubblicità, sia perché la decisione dell’Agcom ha imposto ai francesi di vendere il 28,8% del gruppo di Cologno o il 24% di Telecom Italia.
Lo stallo che si è creato su Premium è costato a Mediaset 341 milioni di perdita operativa (di cui 270 relativi alla svalutazione dei diritti del calcio di Premium), portando il bilancio 2016 in rosso per 294 milioni, la più alta perdita mai registrata a Cologno. «Senza Vivendi – ha ricordato l’ad di Mediaset – la capogruppo avrebbe chiuso in pareggio». E invece con questi risultati, Cologno non pagherà neppure la cedola agli azionisti. Se per Fininvest (socio di maggioranza al 39,8%) che ha appena incassato i proventi del Milan non è problema, per Vivendi che ha rastrellato azioni a 3,7 euro è un altro smacco. Un colpo che si somma alla decisione dell’Agcom: i francesi entro 12 mesi dovranno scegliere se sacrificare Mediaset o Telecom e dovranno comunicarlo entro 60 giorni. Certo i legali del gruppo d’Oltralpe faranno ricorso cercando di prendere tempo, ma le chance che la vertenza sulle norme contestate cambino al Tar sono minime. E anche la Ue, che è stata chiamata in causa dai francesi, vigila sulla concentrazione che si è creata tra Telecom e Mediaset. «Spetta ad altri stabilire come affrontare la questione a livello europeo – ha detto ieri Berlusconi – di certo Vivendi ha violato una legge italiana, e di certo in Europa nessun ex monopolista della telefonia ha unito le forze con un gruppo leader nel free to air». Berlusconi si è poi detto «soddisfatto» della decisione dell’Agcom, che pone Fininvest in una posizione di forza e Vivendi in una di debolezza. E a domanda se Fininvest, o il gruppo di Cologno, siano disposto ad acquistare parte delle azioni che i francesi saranno costretti a vendere Pier Silvio Berlusconi ha risposto: «Non credo proprio, loro hanno causato il problema, tocca a loro trovare una soluzione». Peraltro l’attuale conflitto tra Mediaset e Vivendi, rischia di avere delle ricadute negative anche su Telecom. «Non è un mistero che Telecom abbia bisogno di contenuti – ha precisato Berlusconi – è rimasta notevolmente indietro rispetto alle altre telefoniche. In Italia parliamo di banali accordi commerciali, uno fatto anche con noi. In questo caso Vivendi è stata miope». In attesa delle mosse dei francesi, da cui Berlusconi si aspetta un ingente risarcimento danni, Mediaset guarda fiducioso al futuro. «Siamo più avanti rispetto al piano presentato a gennaio a Londra- ha concluso Pier Silvio Berlusconi – e tutte le nostre attività, come la raccolta tv in Italia e in Spagna, le radio che arriveranno a break even quest’anno, e perfino Premium stanno crescendo». Nel primo trimestre la raccolta del gruppo è salita del 2,4%, e per il secondo trimestre Mediaset stima che la sola pubblicità della tv tricolore cresca il doppio di quanto registrato tra gennaio e marzo.
Alla luce di questi sviluppi, resta da capire cosa deciderà il colosso francese per il futuro rinnovo del cda di Telecom Italia, ma la sensazione di chi conosce Vincent Bolloré è quella che non sarà disposto a battere la ritirata e che anzi si prepari a sostenere alla presidenza Telecom l’ad di Vivendi Arnaud de Puyfontaine.

Sara Bennewitz