Per misurare l’effetto Jobs act , ieri il ministero del Lavoro ha pubblicato i dati sulle assunzioni e i licenziamenti nei primi tre mesi di quest’anno. Le tabelle confermano la tendenza venuta fuori con i dati parziali, diffusi mese per mese. Il numero totale delle assunzioni di ogni tipo, dalla collaborazione ai contratti stabili, è in aumento del 3,8%. Cresce un po’ meno, del 3,4%, il numero totale delle cessazioni. La vera differenza sta nel peso delle assunzioni a tempo indeterminato, con un aumento del 24,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La causa sta sia nello sconto sui contributi per tutti i contratti a tempo indeterminato, anche quelli con il vecchio articolo 18, partito a gennaio. Sia nel nuovo contratto a tutele crescenti, senza articolo 18 e quindi con l’indennizzo al posto del reintegro in caso di licenziamento illegittimo, disponibile da marzo. Ma proprio questa seconda modifica sembra decisiva per l’inversione di tendenza di queste settimane. A marzo le assunzioni stabili in più rispetto all’anno scorso sono state quasi 60 mila. A febbraio, quando c’era «solo» lo sconto sui contributi, l’aumento era stato della metà.
Jobs act, posti fissi cresciuti del 24%
Per misurare l’effetto Jobs act , ieri il ministero del Lavoro ha pubblicato i dati sulle assunzioni e i licenziamenti nei primi tre mesi di quest’anno. Le tabelle confermano la tendenza venuta fuori con i dati parziali, diffusi mese per mese. Il numero totale delle assunzioni di ogni tipo, dalla collaborazione ai contratti stabili, è in aumento del 3,8%. Cresce un po’ meno, del 3,4%, il numero totale delle cessazioni. La vera differenza sta nel peso delle assunzioni a tempo indeterminato, con un aumento del 24,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La causa sta sia nello sconto sui contributi per tutti i contratti a tempo indeterminato, anche quelli con il vecchio articolo 18, partito a gennaio. Sia nel nuovo contratto a tutele crescenti, senza articolo 18 e quindi con l’indennizzo al posto del reintegro in caso di licenziamento illegittimo, disponibile da marzo. Ma proprio questa seconda modifica sembra decisiva per l’inversione di tendenza di queste settimane. A marzo le assunzioni stabili in più rispetto all’anno scorso sono state quasi 60 mila. A febbraio, quando c’era «solo» lo sconto sui contributi, l’aumento era stato della metà.