16.07.2021

Ita decolla il 15 ottobre con meno di 3.000 dipendenti

  • La Repubblica

Dopo un confronto durissimo durato oltre otto mesi, Ue e governo trovano l’accordo sulla nuova Alitalia. Il passaggio delle consegne tra vecchia e nuova compagnia avverrà in un venerdì di autunno, nella notte tra il 14 e il 15 ottobre, quando Alitalia cesserà le operazioni e passerà il testimone ad un vettore che nasce in totale discontinuità con quello precedente.I dipendenti saranno meno di 3 mila, gli aerei 52. Le attività di handling e manutenzione saranno messe a gara, così come il logo, il nome e i punti fedeltà MilleMiglia. Ieri il cda di Ita, appena arrivata da Bruxelles la notizia del via libera, ha approvato il piano industriale che da qui al 2025 mette in fila i numeri della rinascita. Sono previsioni che qualcuno già indica come fin troppo ottimistiche: la compagnia potrà acquisire tramite negoziazione diretta con l’amministrazione straordinaria gli asset di volo ma senza il marchio Alitalia, che sarà ceduto con gara alla quale Ita potrà partecipare. Asta in arrivo anche per le attività di handling e manutenzione.«Ita – spiega una nota della società – partirà con una dotazione di slot coerente con la dimensione iniziale della propria flotta, mantenendo l’85% delle bande orarie sull’aeroporto di Milano Linate e il 43% di quelli su Roma Fiumicino». Ita dovrà però rinunciare alle MilleMiglia che andranno all’incanto. L’assemblea dei soci – il Mef – dovrà quindi deliberare l’iniziale aumento di capitale di 700 milioni di euro grazie al quale potrà acquisire gli asset e portare a termine il rilascio delle certificazioni necessarie per la commercializzazione dei biglietti – prevista a partire dal 15 agosto – e per l’avvio dell’attività dal 15 ottobre. Ma il numero uno di Ryanair Michael O’Leary, in un’intervista pubblicata sul sito di Repubblica boccia il rilancio ed è pronto a ricorsi a Bruxelles: «Noi investiremo 4 miliardi in Italia, con nuove b asi e 6 mila assunzioni. Mentre Ita sono certo che getterà i soldi dei contribuenti nello scarico…».In ogni caso questi sono i numeri del piano 2021-2025: la flotta sarà dimezzata e composta da 52 aerei, di cui 7 per il lungo raggio e 45 per corto e medio. Il progetto punta sul rilancio e scommette sul superamento della pandemia nel giro di pochi mesi, visto che nel 2022 la flotta dovrebbe crescere a 78 aeromobili. Tra quattro anni, sulla carta, gli aerei saliranno a quota 105, 81 dei quali di nuova generazione, tutti prodotti da un solo costruttore, quasi sicuramente Airbus. Il nod o che trova parte del sindacato pronto alle barricate riguarda le assunzioni: Ita decollerà con soli 2.750-2.950 dipendenti – dai 10.500 attuali – ma la previsione a fine piano è di 5.550-5.700 persone, tutte assunte con un nuovo e meno conveniente contratto. Se Ita si aggiudicasse le gare per handling e manutenzione è previsto nel 2025 l’utilizzo fino a 2.700 risorse per il primo e 1.100-1.250 per la seconda.La nuova Alitalia focalizzerà l’attività sull’hub di Fiumicino e su Milano Linate. All’avvio servirà 45 destinazioni con 61 rotte. Sul lungo raggio, già dal prossimo inverno volerà su New York, Tokyo, Boston e Miami. Dall’estate 2022 anche su San Paolo, Buenos Aires, Washington e Los Angeles. Europa e Mediterraneo: sono previsti collegamenti con Parigi, Londra, Amsterdam, Bruxelles, Francoforte, Ginevra, Madrid, Atene, Tel Aviv, Cairo, Tunisi e Algeri mentre saranno 21 gli scali nazionali serviti. Tutto ciò per arrivare ad un fatturato che nel 2025 dovrebbe toccare i 3,3 miliardi di euro, con un Ebit di 209 milioni e pareggio operativo nel terzo trimestre 2023.Dai sindacati commenti contrastanti. La Fnta (piloti e assitenti di volo Anpac, Anpav, Anp e Assovolo) esprime «soddisfazione per l’approvazione del piano, coerente con la necessità di assicurare pragmaticamente la partenza di Ita» mentre Cgil, Cisl, Uil e Ugl attaccano: «Siamo allo spezzatino senza certezze per handling e manutenzioni. Si parte con una miniflotta ed è inaccettabile che su 10.500 lavoratori ne vengano assunti solo 2.750-2.950 il primo anno. Sono errori gravissimi che rendono inaccettabile questa impostazione e indeboliscono il progetto».