L’Irpef? «Cinque aliquote sono troppe». Lo pensa il vice presidente vicario del consiglio della Giustizia Tributaria, Giorgio Fiorenza, intervenuto ieri sulla riforma dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, in commissione Finanze alla Camera. «L’Irpef — ha osservato Fiorenza — andrebbe gestita con 3, massimo 4 aliquote. E non con una flat tax». Secondo il giudice tributario la struttura delle aliquote potrebbe essere la seguente: la prima per i redditi da 15 a 18 mila euro; la seconda fino a 35 mila; la terza fino a 75 mila e l’ultima sopra questa soglia. Il prelievo Irpef ha segnato in anni recenti una crescita costante, raggiungendo i 176,8 miliardi nel 2019, cifra che sale a 193,5 miliardi con le addizionali locali ed è pari al 10,8% del Prodotto interno lordo.
Gian Paolo Oneto dell’Istat, ha invitato a porre «maggiore attenzione», in una futura riforma, alle famiglie monoreddito, a quelle con figli adulti e ai nuclei gravati da carichi, «il cui beneficio fiscale si perde progressivamente al crescere del reddito». E ancora «le famiglie che dispongono delle sole entrate da lavoro autonomo — ha osservato — presentano livelli di tassazione più favorevoli sia nella parte inferiore, sia in quella superiore della distribuzione del reddito, con un vantaggio più marcato quando vi sono due o più percettori di redditi autonomi».