Se questo è lo scenario, di certo reso più complesso dalla sentenza della Consulta, non mancano alcuni elementi di forza, che pongono i conti pubblici su un sentiero di sostanziale stabilità. In primis, per far fronte al gap che storicamente si è verificato negli ultimi anni con Bruxelles tra le previsioni macro “a politiche invariate” e quelle a “legislazione vigente”, sono stati appostati con la legge di stabilità stanziamenti già incorporati nei tendenziali di finanza pubblica per spese che comunque vanno previste nel corso dei singoli esercizi. È il caso degli stanziamenti per le missioni internazionali, il 5 per mille e la social card, e di tutte quelle spese qualificate come indifferibili al cui finanziamento si provvedeva prima della legge di stabilità del 2015 anno per anno. L’altro elemento di relativa tranquillità nello scenario dei conti pubblici è costituito dalle stime aggiornate sul versante della spesa per interessi. Alla luce dei più recenti andamenti dello spread e dei tassi, incorporando anche l’effetto del quantitative easing sui tassi, si calcola un minor esborso di circa 4 miliardi sia nel 2015 che nel 2016. È questo il vero “tesoretto” potenziale (Grecia permettendo come mostra la giornata di ieri) per contenere il deficit del 2015 e 2016 entro i target programmati, nonostante la tegola-pensioni. Infine, a parziale garanzia anch’essa della tenuta dei conti pubblici, si può annoverare una linea che fonti governative definiscono “prudenziale” per quel che riguarda le stime di crescita. Per il 2015, l’aspettativa è che si possa raggiungere lo 0,7%, più o meno la stessa previsione di Bruxelles (0,6%), mentre per il 2016 le stime convergono (1,4%).
In arrivo il no della Ue al reverse charge
Se questo è lo scenario, di certo reso più complesso dalla sentenza della Consulta, non mancano alcuni elementi di forza, che pongono i conti pubblici su un sentiero di sostanziale stabilità. In primis, per far fronte al gap che storicamente si è verificato negli ultimi anni con Bruxelles tra le previsioni macro “a politiche invariate” e quelle a “legislazione vigente”, sono stati appostati con la legge di stabilità stanziamenti già incorporati nei tendenziali di finanza pubblica per spese che comunque vanno previste nel corso dei singoli esercizi. È il caso degli stanziamenti per le missioni internazionali, il 5 per mille e la social card, e di tutte quelle spese qualificate come indifferibili al cui finanziamento si provvedeva prima della legge di stabilità del 2015 anno per anno. L’altro elemento di relativa tranquillità nello scenario dei conti pubblici è costituito dalle stime aggiornate sul versante della spesa per interessi. Alla luce dei più recenti andamenti dello spread e dei tassi, incorporando anche l’effetto del quantitative easing sui tassi, si calcola un minor esborso di circa 4 miliardi sia nel 2015 che nel 2016. È questo il vero “tesoretto” potenziale (Grecia permettendo come mostra la giornata di ieri) per contenere il deficit del 2015 e 2016 entro i target programmati, nonostante la tegola-pensioni. Infine, a parziale garanzia anch’essa della tenuta dei conti pubblici, si può annoverare una linea che fonti governative definiscono “prudenziale” per quel che riguarda le stime di crescita. Per il 2015, l’aspettativa è che si possa raggiungere lo 0,7%, più o meno la stessa previsione di Bruxelles (0,6%), mentre per il 2016 le stime convergono (1,4%).