Un impatto simile ha convinto Kairos a non cambiare significativamente nelle ultime settimane l’asset allocation di fine 2014: «I portafogli dei nostri clienti hanno un’esposizione sul dollaro del 20% circa, restano investiti al 40% in azioni, al 40% in bond e per l’ulteriore 20% in strategie alternative, anche se procederemo a risistemazioni privilegiando in Europa e in Italia aree o settori favoriti dal nuovo scenario costituito da euro e petrolio debole e tassi a zero», sottolinea Basilico. Tradotto in soldoni, per il piccolo risparmiatore significa che ancora non è arrivato il momento di sollevare il piede dall’acceleratore, almeno fino al prossimo check-up, che per Kairos avverrà in concomitanza con l’aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, atteso verso metà anno.
Parte del merito di aver disinnescato la «bomba greca» va ovviamente alla Bce di Mario Draghi, che con il suo annuncio del piano di riacquisti da oltre 1.100 miliardi di euro di giovedì scorso ha contribuito evidentemente a quietare quanti erano pronti a cavalcare di nuovo il tema di Atene fuori dall’euro. «I mercati hanno reagito in modo molto favorevole al Qe europeo, che ha sorpreso positivamente, guardando avanti però – avverte Marco Piersimoni, senior portfolio manager di Pictet Am – occorre ragionare sugli investimenti senza farsi prendere dall’euforia di breve periodo, perché la Bce non ha la bacchetta magica per risolvere tutti i problemi dell’Europa».
Presentando agli investitori le proprie strategie per il primo trimestre 2015 lo scorso venerdì, Pictet ha fatto notare come per effetto delle future mosse dell’Eurotower i BTp abbiano ancora un residuo margine di apprezzamento, perché il differenziale nei confronti del Bund potrebbe scendere fino a 75-100 punti base (116 ieri). Maggiori invece le possibilità sull’azionario europeo, i cui multipli potrebbero rivalutarsi anche del 10-15% qualora la Bce dovesse avere successo nel riportare un po’ di inflazione nell’Eurozona. Prudenza invece sulle valute, nonostante l’impatto della liquidità che sarà scaricata sui mercati a partire da marzo: «Il trend di rafforzamento del dollaro contro euro potrebbe continuare nel corso dei prossimi mesi, tuttavia i livelli attuali e il posizionamento degli investitori, già carichi di dollari in portafoglio, raccomandano cautela nella scelta del livello di ingresso».