Da Berlino fonti del governo hanno fatto sapere di un possibile rinvio al summit Ue di dicembre della discussione sul progetto di bilancio della Francia, che è il caso più delicato tra quelli sotto osservazione per il mancato rispetto gli impegni Ue. La Commissione europea si sarebbe poi limitata a usare e-mail e una teleconferenza per chiedere chiarimenti a Roma sulla legge di Stabilità. L’istituzione di Barroso, fino a tarda sera, non ha confermato le indiscrezioni diffuse dal quotidiano Financial Times di Londra, che ventilavano entro ieri l’invio a cinque Paesi di lettere ufficiali dagli effetti politici e mediatici generalmente traumatici.
Il summit dei 28 capi di governo inizia oggi con in agenda temi di energia, cambiamenti climatici, ebola, terrorismo islamico. Solo domani è prevista la discussione sull’economia, a cui è stato invitato il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi (che dovrebbe anticipare ai leader in modo informale i risultati delle verifiche sulla solidità delle principali banche europee). Ma l’aspettativa di varie delegazioni è che il negoziato sulla flessibilità e gli stimoli per la crescita inizi da oggi,a margine dei lavori, per avvicinare i due schieramenti contrapposti. I Paesi del Nord sostenitori del rigore finanziario, guidati dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, vorrebbero il rispetto degli impegni Ue nelle leggi di stabilità di Francia e Italia, senza dover sborsare in cambio per nuovi investimenti pubblici. Il presidente francese Francois Hollande e il premier Matteo Renzi, sollecitano una vera svolta dell’Europa verso politiche orientate a rilanciare la crescita e l’occupazione entro il semestre di presidenza italiano dell’Ue, che termina a fine anno. L’annuncio di Juncker a Strasburgo, la disponibilità di Berlino a non accelerare i tempi sulle leggi di Stabilità e la maggiore prudenza della Commissione uscente di Barroso in questi suoi ultimi giorni di verifiche sembrano aprire più spazi alle trattative.
Il presidente uscente del Consiglio Ue, il belga Herman Van Rompuy, che verrà sostituito dal già designato successore polacco Donald Tusk, ha invitato anche Juncker alla due giorni del summit per dare il segnale del passaggio da una stagione a un’altra. Quella nuova, però, potrebbe non coincidere con le speranze di Hollande e Renzi. La nomina di Tusk, di Juncker e dei suoi due vicepresidenti coordinatori dei portafogli economici della Commissione, il finlandese Jyrki Katainen e il lettone Valdis Dombrovskis, è stata imposta direttamente da Merkel, che li considera fidati europopolari e convinti sostenitori dei rigore nei conti pubblici.