Se le cose stanno come sostiene Intesa Sanpaolo forse allora è il caso di formulare obiettivi più ambiziosi del pur importante recupero di fatturato sui livelli del 2008. Avendo il modello di business della specializzazione italiana retto alla recessione è il caso di guadagnar tempo e portarsi avanti. Come? Innanzitutto ri-specializzando cioè usando l’innovazione per aumentare il vantaggio competitivo nei confronti di cinesi, coreani e turchi. In qualche caso innovare vuol dire operare un vero salto tecnologico, in altri può significare introdurre un maggiore contenuto di design e di “senso”, in altri ancora costruire piattaforme logistiche comuni al distretto lasciando inalterata la concorrenza tra i singoli produttori. Poi va iscritta tra le priorità una maggiore attenzione da dedicare alle politiche della distribuzione, dove siamo ancora troppo indietro ai cugini francesi. Un ragionamento approfondito merita anche il capitale umano. Quello che viene da una formazione professionale messa però in grado di riprodurre le competenze di territorio e quello che riguarda invece l’ingresso di manager di prima fascia capaci di dialogare con l’imprenditore.
Il recupero dei distretti, si torna ai livelli pre-crisi
Se le cose stanno come sostiene Intesa Sanpaolo forse allora è il caso di formulare obiettivi più ambiziosi del pur importante recupero di fatturato sui livelli del 2008. Avendo il modello di business della specializzazione italiana retto alla recessione è il caso di guadagnar tempo e portarsi avanti. Come? Innanzitutto ri-specializzando cioè usando l’innovazione per aumentare il vantaggio competitivo nei confronti di cinesi, coreani e turchi. In qualche caso innovare vuol dire operare un vero salto tecnologico, in altri può significare introdurre un maggiore contenuto di design e di “senso”, in altri ancora costruire piattaforme logistiche comuni al distretto lasciando inalterata la concorrenza tra i singoli produttori. Poi va iscritta tra le priorità una maggiore attenzione da dedicare alle politiche della distribuzione, dove siamo ancora troppo indietro ai cugini francesi. Un ragionamento approfondito merita anche il capitale umano. Quello che viene da una formazione professionale messa però in grado di riprodurre le competenze di territorio e quello che riguarda invece l’ingresso di manager di prima fascia capaci di dialogare con l’imprenditore.