Le banche, che hanno finanziato il tentativo di salvataggio di Alitalia della cordata di Roberto Colaninno (che era stato promosso dal governo di Silvio Berlusconi insieme a Intesa Sanpaolo), appoggerebbero l’accordo con Etihad. «Sono molto coscienti nel fare la loro parte — ha sostenuto Lupi —. Ognuno si assumerà le proprie responsabilità».
La proposta di Etihad dovrebbe essere valutata nel consiglio di amministrazione Alitalia di domani e nel successivo previsto la prossima settimana. Lupi ha detto di aver aggiornato la Commissione «sugli sviluppi della trattativa» e della «massima disponibilità del governo» a fornire gli aggiornamenti.
Un problema delicato, oltre all’indebitamento, appare la riduzione del personale pretesa dal partner arabo. Il ministro dei Trasporti non ha voluto confermare l’ipotesi di 2.400-2.500 esuberi. «Vorrei vedere il piano industriale — ha detto —. Poi ci sarà il confronto con i sindacati. A fronte della certezza che si sopravvive, si può discutere di tutto. A fronte del fallimento o della regionalizzazione della compagnia non si può discutere di nulla».
Lupi ha negato penalizzazioni per l’aeroporto lombardo di Malpensa. «Ho sentito polemiche inutili riguardo a un’eventuale concorrenza tra Fiumicino e Malpensa — ha dichiarato —. Oggi Alitalia trasporta da Malpensa verso il mondo 250 mila passeggeri. Nel piano industriale presentato al governo si passerebbe immediatamente a 500 mila passeggeri, da 11 frequenze internazionali a 25.».