Questo clima torna favorevole al Tesoro in una settimana calda sul fronte delle emissioni. Oggi vanno in asta CTz (certificati zero coupon, titoli biennali senza cedole) per un controvalore tra 2,5 e 3 miliardi di euro. In asta anche la ventesima tranche di BTpei (indicizzati all’inflazione europea) a 15 anni (0,5-1 miliardo). Domani verranno offerti BoT a 6 mesi per un importo di 7 miliardi.
È chiaro che il quantitative easing si indirizza direttamente ai titoli di Stato e ne spinge un robusto calo dei tassi, con varie ricadute indirette: le famiglie dovrebbero essere maggiormente incentivate a preferire i consumi agli investimenti finanziari (e quindi al rilancio dell’economia). Le banche dovrebbero trovare meno profittevole effettuare trading sui titoli di Stato (leitmotiv degli ultimi due anni) e aumentare le erogazioni (e qualcosa inizia a vedersi sul fronte dei mutui, in particolare sulle surroghe). Come terzo effetto, il «qe» dovrebbe spingere gli investitori a spostarsi su asset class più rischiose, nel tentativo di portare a casa rendimenti superiori a quelli schiacciati dei bond governativi e e non solo (si veda articolo in basso). Anche per questo Piazza Affari ha messo a segno un rialzo del 15% da inizio anno, segnando la miglior performance tra i 19 Paesi dell’area euro). Ieri il Ftse Mib ha chiuso a +0,56%, in avanti per la quinta seduta consecutiva. Positivi, con rialzi contenuti entro il mezzo punto percentuale, anche gli altri principali listini dell’Europa con il Dax 30 che ha aggiornato nuovi massimi storici nonostante la pubblicazione dell’indice Ifo sotto le attese. Nel dettaglio la fiducia delle imprese tedesche (misurata dall’indice) è salita a febbraio a 106,8 dal 106,7 di gennaio (attese a 107,6).
Acquisti anche sul listino di Tokyo che è tornato sugli stessi livelli del 2000. Non ha bissato il record dell’ultima seduta, invece, Wall Street, penalizzata dal dato sotto le attese sulle vendite delle case esistenti a gennaio, in calo a 4,82 milioni unità dalle 5,07 milioni della settimana precedente. Gli analisti si aspettavano 4,95 milioni. Ciò non ha impedito al titolo Apple di aggiornare un nuovo massimo in Borsa, nel giorno in cui la società di Cupertino ha annunciato 1,7 miliardi di investimenti in Europa.
La generale propensione al rischio è confermata dall’andamento dell’euro, che è tornato sopra 1,13 dollari, sull’onda della situazione in via di stabilizzazione in Grecia. Mentre la principale vittima dell’intesa di massima di venerdì sera tra Atene e l’Eurogruppo è il franco svizzero, valuta rifugio che è scesa contro dollaro ed euro al minimo delle cinque settimane.